La sicurezza domestica ha raggiunto un nuovo livello (eticamente discutibile) con PaintCam Eve. Si tratta di un dispositivo che non si limita a registrare gli intrusi, ma è progettato per sparare palline da paintball, e persino proiettili al gas lacrimogeno, con una precisione definita “altissima”. La domanda sorge spontanea: quanto possiamo fidarci della tecnologia di riconoscimento del volto e dell’intelligenza artificiale che gestisce questo sistema?
Sarà legale?
I creatori di PaintCam Eve hanno suscitato un acceso dibattito ancor prima del lancio della loro campagna Kickstarter. Il dispositivo, che ricorda le atmosfere di Squid Game, rappresenta un salto (forse troppo in avanti?) nel futuro della difesa automatizzata.
Tuttavia, emergono dubbi sulla legalità di un simile strumento, soprattutto in Italia e in Europa, dove la regolamentazione sulla privacy e sull’uso della forza da parte di macchine è particolarmente stringente.
Tra protezione e privacy
PaintCam Eve si attiva quando rileva un estraneo, emettendo prima un avviso vocale e, se l’intruso non si allontana, passando all’azione con colpi che lo marchiano. La tecnologia alla base di questo sistema è avanzata al punto da poter operare autonomamente, anche in assenza di connessione alla rete. Ma è eticamente accettabile delegare a una macchina l’arbitrio di colpire qualcuno?
La startup slovena dietro a PaintCam Eve sostiene che il dispositivo sia un “guardiano vigile” che non dorme mai, non sbatte mai gli occhi e non perde mai un colpo. Ma al di là delle funzionalità di sicurezza standard, come l’accesso remoto, ci troviamo di fronte a un dilemma: fino a che punto siamo disposti a spingerci nell’automazione della nostra sicurezza personale?