Il terzo pollice robotico che facilita la manualità (e l'inclusione)

Progettato per indagare le capacità adattive del cervello e appianare le disuguaglianze fisiche, Third Thumb cambia i paradigmi dell’interazione uomo-macchina

di Redazione - 20/06/2024 12:04

La tecnologia continua a spingersi oltre i limiti biologici umani, e il progetto Third Thumb è un esempio reale di come l'innovazione possa ampliare le capacità manuali oltre le possibilità naturali. Sviluppato dalla designer Dani Clode in collaborazione con l’Università di Cambridge, questo pollice robotico indossabile è stato creato per esplorare le potenzialità del cervello umano nell'adattarsi a nuovi strumenti tecnologici.

Una nuova estensione del corpo umano

Il Third Thumb è un dispositivo stampato in 3D che si indossa sul lato opposto del pollice biologico. Controllato tramite sensori di pressione posizionati sotto gli alluci, permette all’utente di eseguire compiti che richiedono una destrezza maggiore o che sarebbero impossibili con una sola mano. La sua progettazione mira non solo a migliorare la produttività individuale, ma anche a ridurre le disuguaglianze fisiche, offrendo un aiuto concreto alle persone con disabilità.

 L’alimentazione del dispositivo avviene tramite batterie posizionate a livello del bicipite, mentre i comandi di movimento vengono trasmessi wireless dai sensori di pressione nelle scarpe. Questa configurazione permette un controllo intuitivo e preciso: premendo il sensore destro, il pollice robotico si piega verso il palmo, mentre il sensore sinistro lo fa muovere verso le dita.

Superare i limiti con la tecnologia

L'obiettivo del Third Thumb non è solo compensare una mancanza fisica, ma potenziare le capacità umane. Questo pollice aggiuntivo offre una presa più sicura, maggiore forza, precisione e destrezza, e consente azioni altrimenti impossibili. Ad esempio, è possibile suonare accordi complessi alla chitarra o tenere una bottiglia e svitare il tappo con una sola mano.

Il progetto di Clode e del team dell'Università di Cambridge va oltre l'aspetto funzionale, esplorando la relazione tra esseri umani e macchine. La ricerca ha dimostrato che il cervello umano si adatta rapidamente all'uso di questa estensione artificiale, integrandola nelle proprie rappresentazioni cerebrali. Un test condotto su 600 partecipanti ha mostrato che il 98% era in grado di manipolare oggetti con successo fin dal primo utilizzo.

Inclusività e futuro del Third Thumb

Un aspetto fondamentale dello sviluppo del Third Thumb è l’inclusività. Tamar Makin, responsabile del progetto di ricerca, sottolinea l'importanza di considerare come queste tecnologie possano aiutare tutte le persone, incluse le comunità emarginate. Per garantire che il Third Thumb sia realmente inclusivo, è stato presentato alla Royal Society Summer Science Exhibition, dove quasi 600 persone di tutte le età hanno avuto la possibilità di testarlo. I risultati hanno mostrato che, sebbene ci siano state alcune difficoltà tra i partecipanti più giovani, la maggior parte ha trovato il dispositivo intuitivo e utile.

Il team di ricerca continuerà a esplorare le differenze nelle prestazioni basate sull’età e altre variabili per migliorare ulteriormente l'integrazione del Third Thumb. Questo progetto rappresenta un passo significativo verso un futuro in cui la tecnologia non solo amplifica le capacità umane, ma lo fa in modo equo e inclusivo.