Una piccola startup cinese sta riscrivendo le regole del gioco nel settore dell'intelligenza artificiale. DeepSeek, fondata con risorse limitate ma grandi ambizioni, ha lanciato un'app che in pochi giorni è diventata la più scaricata negli Stati Uniti e una delle più popolari anche in Italia. Un successo lampo che ha avuto non poche conseguenze, portando al crollo delle azioni di colossi tecnologici come Nvidia, Microsoft, Meta e Amazon.
DeepSeek si basa su un modello di intelligenza artificiale generativa efficiente. La tecnologia alla base dell'app, completamente open source e gratuita, offre infatti prestazioni paragonabili ai migliori sistemi attuali come GPT-4, ma con costi e risorse decisamente inferiori. La startup ha utilizzato solo 2000 vecchi chip Nvidia H800 per addestrare il modello V3, una cifra ridotta rispetto ai 16.000 o più chip avanzati normalmente impiegati dai concorrenti americani.
Il risultato è stato sorprendente: con un investimento di soli 5,5 milioni di dollari, DeepSeek ha sviluppato un sistema che sfida le tecnologie più avanzate, sollevando dubbi sull'efficienza degli approcci tradizionali, costosi e compute-intensive.
Un modello innovativo e accessibile a tutti
Il punto di forza di DeepSeek non è solo la sua tecnologia avanzata, ma anche la filosofia dietro il progetto. Essendo open source, chiunque può accedere e utilizzare il software, anche offline, senza la necessità di una connessione internet. Questo approccio ha conquistato il favore degli utenti globali, alimentando un rapido incremento di download dopo il rilascio del modello R1 il 20 gennaio scorso. R1, progettato per risolvere problemi complessi, offre prestazioni simili ai sistemi di punta di OpenAI e Google, ma mette in discussione il monopolio tecnologico delle grandi aziende.
Un progresso del genere, però, non è privo di ombre: DeepSeek opera in un contesto regolamentato dal governo cinese, che esercita un controllo rigido sui contenuti accessibili tramite la piattaforma. Domande su eventi controversi, come Piazza Tiananmen o l’indipendenza di Taiwan, vengono censurate, sollevando preoccupazioni sulla trasparenza e sull’etica delle informazioni generate dall’IA. E qui viene da porsi una domanda cruciale: di quale intelligenza artificiale possiamo realmente fidarci?
Il futuro dell’IA: risorse ottimizzate o investimenti colossali?
Negli ultimi giorni, il successo di DeepSeek ha acceso un dibattito acceso nel settore tecnologico. Mentre aziende come Nvidia e Microsoft investono miliardi nello sviluppo di data center e infrastrutture IA, l'approccio della startup cinese dimostra che si possono ottenere buoni risultati con risorse ridotte e potrebbe ridefinire il panorama competitivo, obbligando i giganti del settore a riconsiderare le loro strategie.
La lezione di DeepSeek è chiara: l'innovazione non dipende solo dalla disponibilità di risorse, ma dalla capacità di ottimizzarle in modo intelligente. Ecco, senza censura, però.