Il settore degli affitti brevi, capeggiato da Airbnb, Booking e realtà simili, potrebbe presto subire uno scossone. A deciderlo è il Ministero del Turismo, che sta lavorando su un disegno di legge pronto a riscrivere le regole del gioco.
Il disegno di legge
La bozza del ddl in questione prevede l'introduzione di due novità principali: la prima riguarda l'obbligo di soggiorno minimo di due notti per i turisti, in particolare nei centri storici o in località turistiche ad alta concentrazione, da cui sono esclusi i Comuni sotto i 5mila abitanti e i nuclei composti da almeno un genitore e tre figli (che potranno continuare a soggiornare anche solo per una notte).
Un'altra novità prevede l'introduzione, per i portali di affitti brevi, b&b e privati, di Codici Identificativi Nazionali da abbinare a ciascun immobile e da mostrare sui siti web e all'ingresso delle strutture. Questi codici andrebbero a sostituire Codice Identificativo Regionale attualmente imposto dalle diverse Regioni. L'omissione di tale codice comporterebbe multe da 3000 euro per i portali e 5000 euro per i privati.
Frenare la concorrenza sleale
La motivazione principale di questo disegno di legge risiede nel tentativo di frenare la concorrenza sleale che molte strutture minori, come i bed and breakfast, eserciterebbero nei confronti degli hotel e degli alberghi. Una spinta promossa dagli albergatori stessi, che chiedono maggiore tutela, ma anche dai sindaci e cittadini, che auspicano misure adeguate per prevenire le truffe.
È importante sottolineare che il destino di questo disegno di legge non è ancora stato definitivamente scritto: bisognerà attendere l'iter di approvazione in Parlamento che coinvolgerà il parere degli attori coinvolti.