La startup britannica che riscalda le piscine con i data center adesso fa sul serio

Si espande il sistema virtuoso di Deep Green, su cui Octopus Energy ha da poco investito 200 milioni di sterline

di Greta Rosa - 25/01/2024 18:18

Riscaldare l'acqua di una piscina con il calore di scarto generato dai data center. L'idea, tanto geniale quanto sostenibile, è di una startup londinese che è pronta a fare le cose in grande dopo aver messo a punto lo scorso anno un sistema virtuoso con una serie di test, nel Regno Unito, di cui vi abbiamo raccontato qualche mese fa. Sperimentazioni che, nel caso di una piscina pubblica del Devon, hanno portato alla riduzione della bolletta per il riscaldamento di oltre il 60%.

L'obiettivo di Deep Green è installare il maggior numero possibile dei suoi data center (utilizzati dall'Università di York e da diverse aziende del settore IT) in luoghi ad alto consumo energetico, come le piscine pubbliche, seguendo la comune formula del do ut des: Deep Green riscalda la piscina con il calore di scarto generato dai suoi centri di elaborazione di dati informatici, che normalmente rimane inutilizzato, andando non solo a fornire un servizio utile a molte strutture (e nuotatori), ma anche a mitigare i costi delle bollette energetiche. In cambio, ottiene il raffreddamento gratuito delle sue apparecchiature, riducendo la loro impronta ambientale (i dati dimostrano che il 40% dei consumi medi di un normale data center è dovuto al solo raffreddamento).

Un sistema virtuoso

Il funzionamento del sistema di Deep Green è più semplice di quel che si pensi: un data center delle dimensioni di una lavatrice viene immerso in un container contenente olio biodegradabile, che cattura il calore generato dalla sua attività. Quest'ultimo viene in seguito trasferito alla piscina tramite uno scambiatore di calore, andando ad aumentare la temperatura dell'acqua. 

Le previsioni dell'azienda sono piuttosto ottimistiche: con questo sistema, una piscina pubblica avrebbe bisogno del 62% di gas in meno per riscaldare l'acqua e risparmierebbe circa 20.000 sterline l'anno, riducendo al contempo le emissioni di CO2 di 25,8 tonnellate.

L'ingresso di Octopus Energy

Il meccanismo virtuoso della startup londinese ha ingolosito Octopus Energy, che nei giorni scorsi ha messo sul piatto 200 milioni di sterline per acquisirne una porzione e consentirle, tra le altre cose, di espandere la sua rete di data center in tutto il Regno Unito senza aver bisogno di aggiornamenti della rete elettrica o autorizzazioni per la progettazione. Ciò significa che, nel prossimo futuro, 150 strutture pubbliche britanniche potrebbero potenzialmente essere riscaldate con i data center di Deep Green. I tentacoli di Octopus si allungano quindi anche in questa direzione, dopo aver raggiunto i 100.000 clienti in Italia a poco più di un anno dal suo arrivo sul mercato tricolore, su cui ha in programma di investire un miliardo di euro entro il 2030.