Uno dei principali limiti degli smartwatch è l'autonomia, o almeno lo è stata fino adesso. Anche perché questi dispositivi devono essere leggeri, sottili e tutto è miniaturizzato rispetto agli smartphone.
Un mondo di smartband
A sovrastare gli smartwatch nella durata della batteria sono stati fino adesso le cosiddette smartband, più o meno grandi ed evolute. In questa particolare nicchia rientrano i tantissimi indossabili economici che da semplici contapassi si sono evoluti in utili companion per la lettura delle notifiche e altre operazioni più complesse.
Il loro vantaggio è quello di basarsi su un sistema "chiuso", senza la possibilità di installare applicazioni di terze parti e quindi meno energivoro nel complesso.
La soluzione del doppio chip
Per ovviare il problema c'è chi, come Oppo, ha pensato bene di fondere i due mondi. Ad esempio, all'interno di questo Watch X ci sono due chip: lo Snapdragon W5, che serve per far girare Wear OS 4.0, con tutte le sue applicazioni dello store come Gmail e WhatsApp, e il BES2700. Quest'ultimo gira su un sistema base RTOS e si occupa di gestire le attività più comuni, come la lettura delle notifiche, consumando molta meno energia.
Lo smartwatch sfrutta entrambi, a seconda delle necessità, ottimizzando all'estremo l'autonomia. Si può perfino escludere completamente il comparto più potente, in modalità risparmio energetico, sacrificando qualche funzione ma godendo di un'autonomia super di oltre 10 giorni. Normalmente, il Watch X, permette un utilizzo continuativo per 5-6 giorni, con tanto di monitoraggio di attività fisiche che comporta anche l'utilizzo del GPS.
Pochi compromessi
Rispetto alla concorrenza Oppo ha quindi una marcia in più e l'unico neo è forse la mancanza di una versione LTE con rete cellulare, cosa che lo renderebbe pienamente indipendente. Per il resto è uno dei tanti ottimi smartwatch in circolazione, con Wear OS 4.0 e il Play Store che permette di scaricare App per arricchire l'esperienza d'uso.
Monitoraggio del sonno, del battito cardiaco, dell'ossigenazione del sangue e tutto ben visibile sul display Amoled da 1,43 pollici o sull'App OHealth che va scaricata sullo smartphone. Insomma, ottima l'idea, già espressa tramite la controllata OnePlus e il suo Watch 2.