Il primo, sfacciatissimo, segnale di una rivoluzione in atto lo abbiamo avuto nel giugno del 2011, quando Flickr – a quei tempi il più importante repository di foto online – consacrò lo storico sorpasso dell’iPhone ai danni delle fotocamere tradizionali nella classifica dei dispositivi più utilizzati dagli utenti.
Fu solo la certificazione di una tendenza che appariva già chiara fin dall’avvento dei primi camera-phone: la possibilità di avere una fotocamera sempre nel taschino – e sempre connessa - aveva reso la fotografia un’attività comune, quasi ordinaria, accessibile anche a tutti coloro che fino a quel momento non avevano mai preso in considerazione l’idea di acquistare una fotocamera.
I dati si sono fatti via via sempre più impietosi: oggi, il 92,5% di tutte le foto viene scattato con uno smartphone; parliamo di 1,8 trilioni di foto all’anno, ovvero circa cinque miliardi al giorno o 57.246 foto al secondo. Come dire che siamo tutti in qualche modo fotografi, o fotoamatori.
Va da sé che certe percentuali bulgare non sarebbero state possibili senza la straordinaria diffusione di massa avuta dagli smartphone nel nuovo millennio. Negli ultimi 16 anni, riporta Statista, le vendite di telefonini intelligenti sono passate da poco meno di 140 milioni a oltre 1,3 miliardi di unità all’anno. Di contro, nello stesso periodo, il comparto delle fotocamere tradizionali (digitali, reflex e mirrorless) ha visto crollare le sue quote da 120 a 6 milioni di pezzi (fonte CIPA).
Oltre i limiti oggettivi
Sarebbe però semplicistico ridurre il tutto a mere numeriche di vendita. Se la consacrazione dello smartphone quale dispositivo all-in-one buono per tutte le occasioni (fotografia compresa) ha avuto un impatto devastante sul piano della democratizzazione del mezzo, non si può però trascurare il salto quantico compiuto dai produttori di telefonini intelligenti a livello qualitativo.
Un conto è fotografare, altra cosa è farlo superando quei limiti oggettivi che rendono i telefonini comunque meno dotati rispetto alle fotocamere stand-alone. Gli smartphone, non dobbiamo dimenticarlo, hanno sensori di dimensioni più ridotte rispetto alle fotocamere tradizionali (sensore più piccolo, lo ricordiamo, significa minor capacità di immagazzinare luce, soprattutto in condizioni di scarsa luminosità) e non dispongono di ottiche così sofisticate.
Limiti che però non hanno impedito ai produttori di smartphone – complice anche le dimensioni di un mercato 250 volte più grande – di alzare l’asticella. E di ricevere, addirittura in anticipo rispetto al mondo della fotografia tradizionale, le ultime tecnologie in materia. Si pensi ad esempio alle tecnologia di retroilluminazione (BSI) ai sistemi CMOS impilati, ma anche all’uso intelligente dei processori d’immagine e dell’intelligenza artificiale (AI) che consentono ai moderni telefonini di gestire in modo sorprendente l’esposizione, la messa a fuoco, la riduzione del rumore ma anche funzionalità evolute, come lo zoom, la modalità ritratto con sfocato dello sfondo e l’HDR.
"Abbiamo portato la tecnologia delle fotocamere professionali sugli smartphone", ci spiega Alessandro Laterza, Head of Sales di Realme Italia in occasione del lancio della Serie 12 Pro, una line-up che sembra programmata per sfidare i più celebrati top di gamma di Apple e Samsung ma anche le fotocamere tradizionali. Soprattutto quando il campo di gioco è quello - ristretto - dei social visual come Instagram e TikTok.
Foto scattate con Realme 12 Pro+ 5G | Clicca QUI per vedere le foto a tutto schermo nel formato originale]
"Certo", ammette il responsabile, "le dimensioni differenti fanno sì che vi siano ancora alcune aree in cui le fotocamere tradizionali hanno un vantaggio: le fotocamere tradizionali continuano a produrre immagini di qualità migliore rispetto agli smartphone grazie ai loro sensori più grandi, che garantiscono una maggiore sensibilità alla luce e una maggiore risoluzione anche in ambienti complessi, come l'acquisizione di oggetti in movimento ad alta velocità o di scene caotiche come un giardino fiorito affollato. Inoltre hanno un parco ottiche più ampio e offrono un maggior numero di numero di controlli manuali rispetto agli smartphone".
Ma questo gap può essere colmato con intelligenza, più o meno artificiale. "Prendiamo ad esempio Realme 12 Pro+ 5G: qui utilizziamo il sensore OV64B Omnivision da 1/2" da 64MP che garantisce immagini nitide e dettagliate con controllo del rumore anche in condizioni di scarsa illuminazione o con lo zoom. Questo aiuta a minimizzare gli svantaggi hardware. In molte condizioni di ripresa, come le scene notturne e i ritratti, la qualità dell'immagine degli smartphone ha superato quella di molte fotocamere".
Tecnologie accessibili, anche a livello di costi
La buona notizia è che per arrivare a risultati degni di nota, oggi, non è più necessario spendere follie. Anche gli smartphone destinati a un pubblico giovane, ha spiegato a inizio anno il CEO di Realme, Sky Li, possono “offrire esperienze tecnologiche che superano le aspettative”. Il riferimento è a tutte quei piccoli e grandi lussi su cui il brand nato da una costola di Oppo sta costruendo la sua immagine di brand vicino alle necessità della GenZ. È il caso della fotocamera periscopica, forse il più vistoso fiore all’occhiello dell’ultimo portacolori della casa.
"Sul Realme 12 Pro+ 5G abbiamo introdotto la tecnologia del teleobiettivo a periscopio, una caratteristica tipica delle reflex digitali o degli smartphone di punta dal costo superiore ai 1000 euro", aggiunge Alessandro Laterza. "Questo permette di offrire agli utenti una maggiore scelta di obiettivi, tra cui lo zoom ottico 3X e lo zoom in-sensor 6X. Inoltre, introduce il sistema fotografico omnifocale con cinque livelli di zoom senza perdita di dati e un innovativo SuperZoom 120X, che ridefinisce la versatilità fotografica. La qualità, in alcuni scenari è del tutto paragonabile alle reflex digitali professionali".
Ritratto scattato con Realme 12 Pro+ 5G (a sinistra) Vs fotocamera (a destra) | Clicca QUI per vedere le foto a tutto schermo nel formato originale]
Realme 12 Pro Series 5G è anche il primo smartphone nel suo segmento di prezzo a disporre di un algoritmo di calcolo senza perdite nel dominio RAW a catena completa, spiega Laterza. "Questo algoritmo migliora notevolmente la qualità delle foto e preserva i dettagli dell'immagine. L'algoritmo aggiunge anche un tocco stilizzato e cinematografico alle foto, aiutando a compensare i limiti hardware dello smartphone".
Quanto ai controlli manuali, vera e propria ossessione dei "pro", la ricetta passa dall'innesto di filtri e funzioni mutuati proprio dal mondo della fotografia d'autore: "Abbiamo introdotto filtri fotografici più sofisticati, che offrono ai fotografi maggiore flessibilità e creatività. La realme 12 Pro Series 5G è dotata di Master Camera Filters, personalizzati dal direttore della fotografia premio Oscar Claudio Miranda. Questi filtri utilizzano l'intelligenza artificiale per aggiungere un tocco cinematografico a foto e video. Inoltre, realme 12 Pro Series 5G supporta un rapporto d'aspetto cinematografico di 2,39:1, lo stesso utilizzato nella produzione cinematografica classica. Questo permette agli utenti di catturare il proprio mondo senza dover ricorrere al post-cropping".
Contenuto realizzato in collaborazione con Realme