Un macchinario che scatta in 15 minuti la fotografia dello stato di salute delle persone, presente e futuro. Si chiama Neko Body Scan e tra i suoi ideatori spicca Daniel Ek, il co-fondatore di Spotify, che nel 2018 ha fondato la startup Neko Health insieme a Hjalmar Nilsonne. L'intento? Rivoluzionare il settore dell'assistenza sanitaria preventiva, come fatto con quello della musica.
Un check-up completo in tempo record
Il dispositivo, una sorta di cabina verticale, sfrutta una combinazione di sensori avanzati, telecamere e intelligenza artificiale per raccogliere una quantità impressionante di dati sanitari. Durante la visita, che dura meno di un'ora, vengono acquisiti immagini 2D e 3D ad alta risoluzione, oltre a immagini termiche che monitorano il flusso sanguigno. Altri parametri, come la pressione oculare e la forza di presa, vengono testati in parallelo. L’unico passaggio invasivo è un prelievo di sangue, inviato immediatamente a un laboratorio per l'analisi.
I 50 milioni di punti dati raccolti vengono elaborati da un sistema di intelligenza artificiale e interpretati da un medico che discute i risultati con il paziente e lo indirizza, se necessario, verso specialisti per approfondimenti mirati. L'obiettivo è identificare eventuali anomalie o fattori di rischio che potrebbero richiedere ulteriori approfondimenti specialistici.
L'intera procedura, con cui si punta a rendere la prevenzione più accessibile e rapida, dura meno di un'ora e costa 299 sterline, poco meno di 360 euro. Il servizio è disponibile in centri selezionati dislocati in Svezia e Regno Unito, con una lista d'attesa gestita attraverso il sito web dell'azienda o tramite inviti da parte di clienti esistenti.
Prospettive future
Sebbene la comunità medica internazionale mantenga un approccio cauto nella valutazione dell'efficacia di questo metodo, come si legge su The Guardian, vale la pena riportare i risultati preliminari condivisi dalla startup (seppur non scientifici): nel primo anno di attività presso il centro di Stoccolma, su 2.707 pazienti esaminati, il 14% ha mostrato fattori di rischio significativi per varie patologie, incluse malattie cardiovascolari, diabete e altre condizioni critiche. Ancora più rilevante è il dato che indica come l'1% dei pazienti abbia ricevuto interventi potenzialmente "salvavita" grazie alla diagnosi precoce.