C’è chi dice che l’intelligenza artificiale segnerà l’inizio dell’era post-smartphone. Samsung, invece, la pensa diversamente: per il colosso coreano, sarà proprio l’AI a rendere il telefono ancora più centrale, governato da un assistente che anticipa bisogni, assorbe abitudini e lavora silenziosamente in background. È questa la visione emersa al Galaxy AI Forum 2025, dove l’azienda ha svelato i suoi piani per l’AI mobile.
Dopo il debutto con la serie Galaxy S24, l'AI di Samsung è oggi utilizzata dal 70% degli utenti S25, con funzionalità come Circle to Search (Cerchia e cerca) di Google sfruttata da oltre metà dei possessori e Photo Assist il cui uso è raddoppiato rispetto a S24. L'obiettivo della casa coreana è portare questa suite AI su 400 milioni di dispositivi entro la fine dell’anno, raddoppiando così la promessa dei 200 milioni fatta nel 2024.
“Stiamo costruendo un futuro dove i dispositivi non si limitano a rispondere, ma diventano più intelligenti per anticipare, vedere e lavorare in background, rendendo la vita un po’ più semplice", ha spiegato durante il panel Jisun Park, vicepresidente esecutivo corporate e responsabile del team di AI di Samsung. "E tutto parte dallo smartphone, il device sempre in mano agli utenti”.
Una strategia che si completa, come previsto, con l’arrivo di Galaxy AI sui nuovi Fold7 e Flip7: il Fold7 sfrutta il grande display da 8 pollici e la One UI 8 per abilitare un multitasking AI reale, con Gemini Live che rimane attivo su una porzione di display, lasciando l’altra libera per il lavoro o altre attività. Il Flip7, invece, dà accesso rapido a info e funzioni intelligenti direttamente dalla FlexWindow esterna, senza nemmeno dover aprire il dispositivo.
A livello globale, secondo ricerche Samsung-Symmetry, il 60% degli utenti si sente a proprio agio con un telefono che anticipa le proprie necessità (in India la percentuale sale all’80%, mentre in Giappone si ferma al 30%). In Italia, invece, più di un utente su due (53%) accoglie positivamente questa capacità predittiva.
Ma il vero punto chiave, per Samsung e i partner Google e Qualcomm, è la fiducia. “Man mano che l’AI diventa più personalizzata – ha raccontato Vinesh Sukumar di Qualcomm – aumenta la quantità di informazioni da proteggere. La fiducia si guadagna a livello hardware: privacy, performance e personalizzazione sono standard coesistenti, non priorità in competizione”.
L’orizzonte dell'azienda coreana resta chiaro: un’intelligenza ambientale multimodale che diventa parte della quotidianità, agendo in sordina ma offrendo un aiuto sempre più naturale.