Non sarà un’invasione, ma una transizione. La prossima fase dell’intelligenza artificiale potrebbe non passare solo per chatbot e assistenti virtuali, ma anche per una presenza tangibile, che cammina, ascolta e interagisce con l’ambiente. Si chiama Redwood, ed è il nuovo robot umanoide sviluppato dalla startup californiana 1X, già nota per i suoi prototipi Neo ed Eve. Oggi Redwood è qualcosa di più: una piattaforma autonoma pensata per svolgere compiti reali nelle case, in modo continuo e, a quanto pare, affidabile.
Il suo punto di forza? Una visione integrata tra movimento e manipolazione, con capacità cognitive che gli consentono di riconoscere e interagire con oggetti mai visti prima, adattandosi anche in ambienti domestici disordinati o imprevedibili. Il cuore di Redwood è un modello AI relativamente compatto - 160 milioni di parametri, molto meno dei giganti del linguaggio - ma ottimizzato per girare su una GPU embedded direttamente a bordo del robot. Tradotto: niente cloud, niente attese, zero dipendenza dalla connessione.
Addestrato in salotti veri, non solo in laboratorio
Redwood è un robot che apprende sia dai successi che dai fallimenti, e questo non è solo uno slogan. Il sistema è stato addestrato su un’enorme mole di episodi registrati in case reali, non in ambienti simulati, e impara anche dagli errori commessi durante le attività. Un approccio che migliora la capacità di adattamento e previene l’overfitting, cioè la tendenza dei modelli a bloccarsi quando affrontano situazioni nuove rispetto a quelle viste in fase di addestramento.
Tra le sue abilità c'è la cosiddetta manipolazione bi-manuale mobile, cioè la capacità di usare entrambe le mani mentre si sposta nello spazio, scegliendo automaticamente con quale mano afferrare un oggetto, e perfino appoggiarsi a una parete per aprire una porta pesante. È una forma di controllo “full body”, simile a quella umana, in cui camminare e afferrare non sono azioni separate, ma coordinate in tempo reale.
La voce è l’interfaccia principale: Redwood capisce comandi vocali impartiti in linguaggio naturale, li interpreta con un LLM offboard e li trasforma in azioni. Un comando come “mi porti una bottiglia d’acqua?” può attivare un’intera sequenza di navigazione, riconoscimento e manipolazione.
La sfida: un robot utile, non spettacolare
L’obiettivo di 1X non è costruire un robot da laboratorio, ma un assistente domestico concreto: capace di aiutare gli anziani, supportare i genitori e diventare un’estensione dell’autonomia personale. In un contesto in cui ogni casa è diversa, ogni oggetto può trovarsi in una posizione imprevista, e ogni comando umano è impreciso per definizione, Redwood punta sulla generalizzazione più che sulla perfezione.
Oggi Redwood è pronto per una prima fase di distribuzione e la startup sta espandendo il proprio team per renderlo un prodotto commerciale entro l’anno.