Sappiamo usare l'AI per riscrivere un'e-mail o sintetizzare un report, ma quasi nulla sulle linee guida dell’OMS per dormire meglio. Inseguiamo l’ultimo update software, ma ignoriamo da quanto tempo non facciamo un controllo medico o quali siano i nostri parametri vitali minimi. L’Europa è sempre più digitale, ma paradossalmente sempre meno consapevole della propria salute.
A dirlo è l’European Health Index 2025, uno studio realizzato da Ipsos e Huawei, che fotografa un Vecchio Continente stressato, sedentario e spesso disinformato: il 66% dei cittadini non sa con quale frequenza dovrebbe sottoporsi a controlli sanitari, oltre il 60% ignora le basi per un sonno davvero riposante e solo il 38% ha familiarità con le raccomandazioni minime sull’attività fisica. Eppure, tutti (o quasi) dichiarano di voler “stare bene”.
Wearable e benessere: una strategia a bassa esposizione
Dietro a questa dissonanza tra intenzione e azione, il marchio cinese vuole già da qualche tempo riscrivere la narrativa del benessere quotidiano, passando non più (solo) dai telefoni, ma dai polsi. Dopo anni di cronaca poco clemente, oggi l'azienda, nella parte occidentale del Globo, si muove con passo deciso su segmenti consumer a basso attrito politico, come il mondo dei wearable. E lo fa con numeri solidi: nel primo trimestre del 2025, secondo IDC, ha spedito più dispositivi da polso di qualsiasi altro brand al mondo, superando quota 200 milioni di unità globali.
A Venezia, in occasione della Biennale Architettura 2025 (Huawei è partner tecnologico del Padiglione Cinese), il marchio ha lanciato la Anelli Attività Venezia Challenge: una sfida motivazionale sull’app Huawei Health che invita gli utenti a completare ogni giorno tre anelli (esercizio, calorie, ore attive). Un gesto semplice, ma pensato per stimolare un movimento collettivo, fisico e simbolico, verso uno stile di vita più attivo e consapevole.

Nessuna corsa, nessuna prestazione da mostrare online: basta camminare, rimanere attivi e accumulare calorie bruciate. La challenge, attiva fino al 17 luglio e accessibile anche al di fuori di Venezia, assegna una medaglia digitale commemorativa a chi raggiunge almeno 1500 kcal. Un incentivo leggero, pensato più per fidelizzare l’utente e introdurlo al nuovo ecosistema di wearable, che per alimentare la competizione. E che, ça va sans dire, accompagna il lancio della nuova serie di smartwatch Fit 4.
I professionisti sanitari consigliano lo smartwatch
I dati sembrano confermare che lo smartwatch, almeno per una fetta crescente di popolazione, funziona. Secondo lo stesso Health Index, le persone che indossano abitualmente un orologio smart sono più attivi, informati e motivati. L’83% dei professionisti sanitari interpellati afferma, peraltro, che questi dispositivi aiutano a migliorare la qualità della vita, e il 78% osserva un impatto concreto sullo stile quotidiano.
Non è detto che basti un dispositivo da polso per cambiare stile di vita, ma di certo rende più visibili certi automatismi, e forse più difficile ignorarli. È su questa sottile soglia tra consapevolezza e sorveglianza, che la tecnologia legata al benessere si sta ritagliando uno spazio sempre più stabile. Con discrezione, ma senza arretrare.