Netflix, stop alle password condivise anche in Italia: cosa bisogna sapere

Il colosso dello streaming sospende la condivisione degli account anche in Italia. Due le opzioni: acquistare un "utente extra" o trasferire il profilo su un altro abbonamento

di Greta Rosa - 25/05/2023 13:06

La stretta di Netflix sugli account condivisi era nell’aria e adesso si è concretizzata anche in Italia: chiunque non risieda all’interno del nucleo familiare che detiene l’account, sarà costretto a pagare 4,99€ al mese o perderà la possibilità di utilizzare la piattafoma. Un cambio di rotta che farà tanto discutere e che marca le difficoltà di un settore, quello dello streaming on demand, sempre più agguerrito e ricco di alternative. 

Difficile fare delle stime precise visto che Netflix non ha rilasciato dei numeri ufficiali, ma è certo che questo provvedimento interesserà centinaia di migliaia, se non milioni di italiani (per chi non lo sapesse Netflix conta su circa 9 milioni di abbonati nel Bel Paese).

Cosa cambia da oggi

Fino adesso è stato possibile condividere gli account Standard (12,99€/mese) e Premium (17,99€/mese) con più persone, questo perché tali profili permettono la fruizione dei contenuti rispettivamente su 2 e 4 dispositivi alla volta. Ad essere precisi c’è anche il piano “Standard con pubblicità” da 5,49€/mese che permette di guardare i contenuti su 2 dispositivi alla volta, dettaglio importante su cui torniamo fra poco. 

In tanti, in Italia e nel mondo, hanno condiviso la spesa dell’abbonamento e goduto delle serie, dei film, dei documentari e tanto altro stando a distanza, ma adesso questa pratica avrà un costo si 4,99€/mese che sarà caricato sulle spalle della persona che detiene l’account.  

Chi non risiede all’interno del nucleo familiare dell’utente principale, e non utilizza la stessa rete per godere dei contenuti, da oggi viene considerato come “utente extra”. Denominazione ufficiale che prevede delle concessioni ma anche tanti limiti. 

Cosa si intende per nucleo domestico

Neftlix utilizza la connessione utilizzata per l’impostazione del “nucleo domestico” su una TV per determinare chi ne farà parte. In pratica, tutti i dispositivi connessi a quella rete primaria non avranno problemi, ma se ci si collegherà per un periodo lungo da un’altra località si correrà il rischio di essere etichettati come “utente extra”. 

Gli utenti che verranno inclusi nel nucleo domestico riceveranno un SMS o una mail per conferma, se non verrà impostato il nucleo domestico ci penserà Netflix a farlo “automaticamente in base all'indirizzo IP, agli ID dei dispositivi e all'attività dell'account.

La casa californiana aggiunge tra le faq che chi non guarda Neflix sulla TV o non ne possiede una, non dovrà impostare un nucleo domestico per l’account. Insomma, chi ha solo una connessione mobile e usa sempre Netflix sullo smartphone potrebbe “salvarsi” ed essere in grado di condividere l’account con qualcuno. Anche perché si legge bene e chiaro che “non raccolgono dati GPS per tentare di determinare la posizione fisica precisa dei dispositivi.

E cosa succede a chi è in viaggio o si sposta in una seconda casa? Su questo fronte Netflix è stata piuttosto vaga e non ha dato una risoluzione precisa, limitandosi a suggerire “dal luogo principale in cui guardi Netflix, connettiti a Internet e apri l'app Netflix sul dispositivo mobile una volta al mese. Poi esegui la stessa operazione quando ti trovi nella seconda posizione per continuare a guardare Netflix senza interruzioni.” Verosimilmente Netflix studierà le abitudini dei vari dispositivi e se riconoscerà che uno o più di questi si troveranno frequentemente (e per lunghi periodi) lontani dalla connessione principale del nucleo domestico, allora saranno utenti extra. Di certo hanno complicato molto la questione. 

Il loro obiettivo è aumentare gli abbonati

Se guardiamo al costo dell’utente extra la domanda sorge spontanea: che senso ha? Nessuno, se non quello di interrompere la catena di condivisione che riguarda tanti (se non tutti) gli account e forzare migliaia di utenti a sottoscrivere il piano “Standard con pubblicità” che costa al momento soltanto 50 centesimi in più al mese e su due dispositivi alla volta.