Motorola ci crede davvero e lancia da Madrid la nuova famiglia di smartphone pieghevoli Razr 40, una mossa coraggiosa in un contesto di mercato in contrazione che la dice lunga sul buon momento della casa di Chicago. Le novità sono diverse, a partire dal fatto che i pieghevoli a conchiglia sono due: il fratello maggiore Razr 40 Ultra e il più piccolo (si fa per dire) Razr 40.
La doppia scelta potrebbe rivelarsi vincente per Motorola, che sfoggia così un portfolio inedito rispetto alla concorrenza. Da un lato è stato integrato un gigantesco display esterno, il più grande visto finora su questa tipologia di smartphone, dall’altro si sono concentrati sulla concretezza del form factor e un prezzo di lancio finalmente sotto il muro dei mille euro. Ecco un breve recap con le nostre prime impressioni.
Il display esterno adesso ha un senso
Fino adesso siamo stati abituati a piccoli pannelli esterni capaci di fornire qualche informazione sulle notifiche, qualche widget, ma dopo averne provati diversi l’idea resta la stessa: del display esterno finisci per dimenticare la sua esistenza.
Sul Motorola Razr 40 Ultra il pannello è talmente grande da attirare l’attenzione e invitarci ad utilizzarlo. Anche perché, dall’alto dei suoi 3,6 pollici, permette un’interazione più reale e naturale. Ci sono widget e applicazioni sfruttabili per davvero: possiamo guardare ad esempio un contenuto su Netflix o un video su YouTube, oppure usare Google Maps senza dover accedere al pannello principale.
Se sia il passo definitivo che porterà ad un reale e continuo utilizzo del secondo display nella vita di tutti i giorni è impossibile da dire, bisognerà prima provarlo, ma le applicazioni fanno tanto e il presentimento è positivo. Per il resto Motorola ha lavorato benissimo per affinare ancora una volta il suo iconico Razr, raggiungendo finalmente quella piacevolezza estetica che un po’ era mancata in passato. Il Razr 40 Ultra è affascinante, futuribile ed elegante, uno di quei dispositivi mobili che ancora nel 2023 ti strappa un “wow” (e non è cosa facile).
Sotto il profilo hardware non sembra poi mancare quasi nulla, al di là di piccole rinunce come la ricarica super rapida e un chip un po’ meno spinto del solito. Poco importa, ciò che conta è che il Razr 40 Ultra ha carattere da vendere. Non ci resta che attendere la reazione del mercato, dato che è già in vendita anche in Italia a 1.199,99 euro.
Il Razr 40 è il più democratico di tutti
Bisogna stare attenti a definirlo economico ma il “rischio” è questo: il segmento degli smartphone pieghevoli è stato fino adesso un lusso per pochi, ma questo trend è destinato a scomparire. Il Razr 40 è così il primo in assoluto ad arrivare sul mercato con un prezzo di listino di 899 euro, il che significa poter contare su una fisiologica svalutazione e magari trovarlo presto a un paio di centinaia di euro in meno.
Sono sempre tanti, lo sappiamo, ma in questo mercato un po’ sopravvalutato è già tanto dire. Oltre al prezzo c’è comunque tanto di più. Motorola ha puntato tutto sul form factor e sul design, realizzando un pieghevole leggero (solo 188g) e ben costruito. La sua rinuncia si vede subito: all’esterno il display è molto più piccolo, un OLED da 1,5” che basta però a dare notifiche, informazioni di base, orario e qualcos’altro.
Anche su questo modello Motorola ha scelto di non spingere troppo sull’acceleratore e montare un chip potente ma non troppo esigente (Snapdragon 7 Gen 1). Curioso notare che la sua batteria da 4.200mAh è più capiente di quella montata sul fratellone Razr 40 Ultra (3.800mAh). Per quest’ultimo si conta molto sull’uso del display esterno a discapito di quello interno, molto più grande (6,9”) ed energivoro.
La lotta si fa sempre più serrata
Il mercato degli smartphone è stagnante: nel 2023 tutte le previsioni di vendita hanno il segno meno, ma i pieghevoli piacciono e piaceranno sempre di più secondo gli analisti. Nei prossimi anni la domanda dovrebbe continuare a salire e stare al passo con la tecnologia è quindi fondamentale. Motorola lo sta facendo più che bene e rientra tra i produttori più attivi in assoluto, forte di un dipartimento di Ricerca e Sviluppo che sperimenta tanto e di una costanza difficile da trovare altrove.