Gli smartphone sono ormai il prolungamento dei nostri arti, ma la loro fragilità continua a essere una delle principali preoccupazioni degli utenti. Secondo gli ultimi dati Assodel (2022) e YouGov (2023), il 65% dei danni agli smartphone è causato da cadute accidentali, spesso con esiti disastrosi per il display e il telaio. Il 20% dei guasti deriva dal contatto con liquidi, mentre il 10% è dovuto all’usura della porta di ricarica. Solo il 5% dei problemi è riconducibile a bug software o surriscaldamento. Sono numeri che evidenziano quanto sia importante investire in dispositivi più resistenti e affidabili per ridurre i costi di riparazione, migliorare l’esperienza d’uso e prolungarne il ciclo di vita, senza necessariamente scendere a compromessi.
Smartphone super resistenti: com'è possibile?
Tra gli ultimi arrivati sul mercato c'è Honor Magic7 Lite, un mediogamma che sta facendo parlare di sé per l'elevata resistenza, che noi abbiamo testato con mano "maltrattandolo" a dovere in un cantiere edile: lo abbiamo immerso nel calcestruzzo e in un secchio pieno d'acqua fangosa, colpito ripetutamente con una cazzuola e una trave di legno impugnata a mo' di mazza da golf, lanciato da un ponteggio a circa due metri d'altezza. Lo abbiamo addirittura investito con un SUV a medio-bassa velocità e utilizzato come schiaccianoci. Non che ci piaccia sfogare del malsano sadismo su un povero dispositivo, sia chiaro, ma per testarne la robustezza a volte tocca ricorrere a rimedi estremi. E, indovinate? Lo smartphone ne è uscito pressoché incolume.
Com'è possibile tutto questo? La ricetta prevede una combinazione di design, materiali e tecnologie avanzate. Ad esempio, il dispositivo integra una nuova generazione di display anti-caduta, che garantisce una resistenza superiore agli urti grazie a un vetro ultra-temperato, più duro dell'acciaio, e a un design basato sulla curva di Bézier. Questa particolare conformazione permette di assorbire meglio gli impatti, riducendo la deformazione del telaio fino all'80% rispetto al modello precedente, come dichiarato dall'azienda.
Non solo il vetro è progettato per resistere agli urti, ma anche i componenti interni sono stati protetti con materiali ad alta elasticità che assorbono l’impatto e tornano alla loro forma originale. La scheda madre e il modulo fotocamera, spesso tra le parti più vulnerabili in caso di caduta, sono stati inseriti in una sorta di guscio protettivo che ne preserva l’integrità anche dopo impatti violenti.
L'ultimo arrivato della casa cinese non teme neanche polvere e liquidi grazie alla certificazione IP64M e a una struttura impermeabile a tre strati che lo protegge anche in situazioni estreme. Secondo i test, il dispositivo è in grado di resistere a 12 ore di esposizione alla pioggia e persino a un ciclo di lavatrice di 15 minuti. Inoltre, il touchscreen funziona perfettamente anche con le mani bagnate, garantendo un'esperienza d’uso senza interruzioni in qualsiasi condizione.
A prova di situazioni estreme è anche la batteria Silicon-carbon da 6600 mAh, progettata per funzionare in un range di temperatura che va da -30°C a 55°C, garantendo fino a 20 ore di chiamate anche nelle condizioni più estreme grazie a un sistema di gestione dell'energia con rivestimento protettivo.
Un passo avanti anche per l'ambiente
La necessità di dispositivi più resistenti non è solo legata alla praticità, ma anche - e soprattutto - alla sostenibilità. Ogni anno, circa 1,5 miliardi di smartphone vengono venduti nel mondo, con una vita media di circa 2-3 anni prima di essere sostituiti. Secondo un report dell'Agenzia Europea dell'Ambiente, il settore tecnologico produce oltre 50 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici all'anno, con un tasso di riciclo inferiore al 20%.
L’introduzione di materiali più resistenti e tecnologie anti-caduta permette di allungare il ciclo di vita degli smartphone e riduce la necessità di sostituzioni frequenti, abbattendo dunque la produzione di rifiuti elettronici. Se la durata media di un dispositivo potesse essere estesa anche solo di un anno, si potrebbero evitare milioni di tonnellate di scarti.
Se la direzione intrapresa dai produttori è questa, in futuro potremmo assistere a un inizio di riduzione dell’impatto ambientale del settore tech, con smartphone progettati per durare nel tempo. E qui non c'è solo di mezzo l'innovazione, ma una responsabilità collettiva: meno telefoni rotti significano meno risorse sprecate e un consumo più consapevole.