Dubai si è trasformata in un palcoscenico per la prima gara di jet suit al mondo, inaugurando un’era di sport estremi che fonde l’alta tecnologia con l’adrenalina pura. I piloti, armati di tute propulsive dotate di sette turbine a getto da 130 CV ciascuna, hanno preso il volo sfidandosi in duelli spettacolari sopra il mare.
Nonostante un piccolo incidente che ha visto un concorrente cadere da pochi metri di altezza (del tutto illeso), l’evento ha rivelato il potenziale di questo sport per il grande pubblico, una sfida adrenalinica e a modo suo "spettacolare".
Innovazione sì, ma l'ambiente?
Che questo nuovo sport sia candidato a diventare l’ultima frontiera dell'intrattenimento è assodato, ma i dubbi sollevati in seguito alla prima gara sono molti e del tutto prevedibili. La salatissima tariffa per partecipare (basti pensare che un jet suit si porta a casa con più di mezzo milione di euro) e l'alto impatto ambientale dato dal consumo rapido di carburante durante le gare fanno porre interrogativi leciti circa la sostenibilità e la reale necessità di una "disciplina" del genere.
Sulla questione ambiente, la società produttrice dei jet suic, Gravity Industries, ha la risposta pronta: in un futuro per niente lontano (non sono ancora note le tempistiche) arriverà sul mercato un modello completamente elettrico che accende una luce di speranza sulla conversione green di questo sport.
Il futuro è elettrico
La promessa di un jet suit elettrico non solo ridurrebbe l’impatto ambientale, con meno complicazioni e una maggiore facilità di manovra, ma attirerebbe nuovi appassionati e piloti, ampliando l’audience e la base di partecipanti. La visione di Gravity è chiara e punta a democratizzare il volo umano trasformandolo in uno spettacolo globale. A Dubai ci sono di certo riusciti, adesso sarà il turno della seconda tappa (ancora segreta).