Habemus iPhone 16e. Il nuovo entry level della Mela morsicata, tra i dispositivi più attesi di inizio anno, è stato svelato out of the blue la scorsa settimana, sebbene i rumor e le anticipazioni dello stesso Tim Cook avessero già lasciato trapelare il suo imminente arrivo. Ed ecco quindi che, a quasi tre anni dall'annuncio di iPhone SE di terza generazione, Apple ha tirato fuori il suo ultimo asso nella manica, un erede "ribelle" che rompe con la tradizione della categoria più accessibile per entrare a pieno titolo nella famiglia dei 16, di cui prende il nome. Ma con i fratelli maggiori non condivide solo questo: il cambiamento è servito e, sebbene non sia immediatamente visibile, a tendere farà la differenza. Vediamo perché.
Aria di cambiamento
Partiamo dal quel che colpisce nell'immediato l'occhio. L'iPhone 16e ha un design ispirato ai modelli più recenti della linea, che ricorda però in alcuni punti l'iPhone 14 del 2022, con una struttura in alluminio e una parte posteriore in vetro rinforzato. La parte frontale è dominata da un display OLED Super Retina XDR da 6,1 pollici, protetto dalla tecnologia Ceramic Shield, che si preannuncia molto più resistente e "premium" rispetto alle vecchie leve.
Sparisce il tasto Home, sostituito dal sistema di riconoscimento facciale Face ID integrato nel classico "notch" (niente Dynamic Island per lui), presente il "tasto Azione" personalizzabile, che consente agli utenti di assegnare funzioni rapide come l'apertura della fotocamera o l'attivazione della torcia. Un cambiamento importante riguarda, poi, la porta di ricarica: l'iPhone 16e abbandona la porta Lightning in favore dell'USB-C, allineandosi alle normative europee sul connettore universale. Grande assente (dopotutto, non si può avere tutto su un entry level) è il supporto per gli accessori MagSafe e la ricarica wireless rapida, con il "limite" della ricarica wireless Qi fino a 7,5W.

Il primo modem proprietario
Sotto la scocca, l'iPhone 16e monta il chip A18, lo stesso dei modelli superiori della serie 16, con prestazioni fluide e supporto per Apple Intelligence, che da questa primavera arriverà anche in italiano. Al netto delle ottime prestazioni garantite, la scelta di inserire un processore così potente rende il 16e la porta d'accesso più economica al sistema di intelligenza artificiale della Mela morsicata. Una democratizzazione dell'AI allineata all'incedere del tempo e dei trend, ma affatto scontata.
La vera innovazione di questo smartphone, annunciata senza troppo rumore, è però un'altra: il modem proprietario C1, il primo progettato interamente da Apple. Finora l'azienda ha integrato modem di terze parti nei suoi iPhone, in primis quelli di Qualcomm - con cui ha avuto diverse dispute legali - ma già dal 2019, anno in cui ha acquisito la divisione modem di Intel, si era capito che il passo successivo sarebbe stato più o meno a breve.
Un modem proprietario riduce la dipendenza e si inserisce in una strategia più ampia di integrazione verticale dell'hardware, con il pieno controllo della catena produttiva che porta benefici non da poco in termini di prestazioni e ottimizzazione.

Una maggiore integrazione hardware-software, tra le altre cose, ottimizza infatti l'efficienza energetica e migliora la durata della batteria. iPhone 16e ha un'autonomia superiore rispetto ai modelli precedenti, attribuibile in parte sia al nuovo modem (con architettura più efficiente) sia, presumibilmente, all'assenza di MagSafe, che ha permesso l'inserimento di una batteria di dimensioni maggiori. Per quanto riguarda la connettività, il C1 supporta il 5G sub-6GHz, anche se manca il supporto per le frequenze mmWave, mai davvero sfruttate in Italia e in Europa.
Sebbene sia apparentemente poco "sexy", il modem C1 è quindi in realtà il primo tassello di un progetto più grande che potrebbe delinearsi in futuro: un iPhone interamente costruito con tecnologia Apple.
Cambio di rotta
Che iPhone 16e rappresenti un cambio di strategia per Apple è cosa ovvia. Il prezzo di partenza di 729 euro segna un netto aumento rispetto all’iPhone SE di terza generazione, che al lancio costava 529 euro. Uno scarto di quasi 200 euro che ridimensiona la definizione stessa di "iPhone economico", spostando il target di riferimento: il 16e non è più pensato per chi cerca semplicemente un iPhone accessibile, ma per un pubblico che vuole prestazioni aggiornate senza arrivare ai prezzi dei modelli Pro.
Se il vecchio SE puntava su un hardware collaudato con un design un po' datato, il 16e infatti cambia prospettiva: design moderno, maggiore autonomia, processore da top di gamma e il nuovo modem C1, ma anche qualche comprensibile compromesso, come la rinuncia al MagSafe e alla ricarica wireless veloce.
Il punto è che, con questo modello, Apple ha ridefinito il concetto di iPhone base, eliminando le opzioni più economiche e consolidando la fascia media. L’assenza di un vero successore del vecchio SE a un prezzo contenuto lascia un vuoto per chi desiderava un iPhone compatto e performante a meno di 600 euro, è vero. Ma se il 16e fosse solo il primo passo verso un futuro in cui l’iPhone entry-level è sempre meno "economico" e sempre più allineato alla gamma principale? Il trend sembra chiaro: conta meno il prezzo d’accesso e sempre di più l’esperienza Apple completa.