Huawei a tutta birra su salute e benessere con i nuovi Watch GT 5

Alla base dell'evoluzione un sistema di nuovi sensori e lenti chiamato TrueSense, capace di elevare l'accuratezza dei rilevamenti e rendere i nuovi smartwatch più completi e appetibili

di Gabriele Arestivo - 19/09/2024 16:26

Se c'è un settore che non conosce crisi è quello degli indossabili, da anni ormai in crescita costante grazie anche all'evoluzione tecnologica legata a batterie, display e hardware in generale. Lo sa bene anche Huawei che, nonostante le difficoltà incontrate politiche negli ultimi anni fuori dai confini, ha continuato ad investire tanto sul segmento, guadagnandosi la quarta posizione tra i produttori globali. 

Un mercato vivo, vivissimo

Se guardiamo le stime di Canalys, diffuse ad inizio estate, riusciamo a farci un'idea delle dimensioni di questo settore. Secondo l'istituto di ricerca, nel 2024 verranno commercializzati 194,3 milioni di indossabili da polso, con un incremento importante per gli smartwatch e gli smartwatch con funzioni base (rispettivamente +4% con 72 milioni di unità e +10% con 89,9 milioni di unità). A soffrire, secondo loro, saranno solo le smartband con una contrazione del 6% e 32,3 milioni di unità, oltre due milioni in meno di pezzi rispetto al 2023 (34,5 milioni). 

Le previsioni di Canalys per il 2025 sembrano ancora più rosee: si dovrebbe superare per la prima volta la soglia delle 200 milioni di unità complessive, con un aumento a doppia cifra per gli smartwatch base (+12%) e gli smartwach (+15%). Questi ultimi sono anche i più costosi, sintomo che le persone stanno dando sempre più importanza a tali accessori da polso, dismettendo via via le più economiche e meno evolute smartband (-5% atteso nel 2025). 

Huawei punta forte con TrueSense

Per guadagnarsi una posizione di rispetto, bisogna necessariamente investire in tecnologia, cosa che Huawei non ha mai smesso di fare nonostante i tumulti degli ultimi anni. Così si arriva a TrueSense, una nuova piattaforma hardware definita "aperta, veloce e flessibile" che promette di far fare a Huawei un ulteriore salto nel mondo degli indossabili. 

Nello specifico si parla di nuova architettura, nuovi elementi e soprattutto nuovi sensori, elementi fondamentali in questo comparto. Grazie a questa configurazione, Huawei sostiene di raccogliere dati più rapidamente e con maggior accuratezza, consumando oltretutto meno energia. Altro fattore rilevante per gli indossabile. 

Cambia la configurazione degli elementi a contatto con la pelle del polso: con un nuovo emettitore di luce ad alta frequenza (e nuove lenti) adesso TrueSense riesce a ricevere dei segnali più puliti che provengono da maggior profondità, dove si trovano i vasi sanguigni. 

Ne ha guadagnato l'affidabilità. La casa cinese parla di un livello di precisione altissima per la misurazione della saturazione del sangue (con un errore inferiore al 2%) e del battito cardiaco (errore inferiore a 5 battiti/minuto). 

Un nuovo "motore" per i Watch GT 5

Dopo qualche anno di evoluzione estetica e dei materiali, Huawei ha così messo le mani sotto al cofano, fornendo alla nuova serie di smartwatch un'anima differente, più complessa ed efficace. Senza tralasciare qualche piccola innovazione ulteriore qua e la, come ad esempio l'utilizzo di lega di titanio per il Watch GT 5 Pro da 46 mm e da 42 mm, che usa anche un materiale ceramico bianco capace di elevarne ulteriormente la durevolezza.

Tornando a TrueSense, la sensazione è che Huawei abbia effettivamente fatto un passo tecnologico importante in ottica benessere personale, con un ventaglio di funzioni e misurazioni che adesso completano un po' il quadro sui suoi nuovi smartwatch. Che sia il rilevamento della SpO2, della rigidità arteriosa, del sonno, della frequenza cardiaca o, addirittura, dell'ECG (elettrocardiogramma), tutto sembra eseguito con maggior accuratezza e serietà rispetto al passato. 

Non stiamo parlando di dispositivi medici, è bene ricordarlo, nessuno si aspetti quindi di evitare il confronto con specialisti acquistando un semplice smartwatch, purtroppo non siamo ancora a quel livello, ma i passi in avanti sono evidenti. Parlando dell'ECG, ad esempio, si può effettuare in 30s soltanto sui modelli Pro, appoggiando delicatamente sull'elettrodo un dito della mano opposta rispetto al polso che indossa lo smartwatch e attendere il responso. Niente male, considerando che il 20-30% della popolazione mondiale soffre di ipertensione arteriosa e dovrebbe necessariamente tenere sotto controllo questi valori. 

Lo sport sempre al centro

Migliori sensori portano anche un maggior livello di dettaglio nell'attività fisica, anche in outdoor grazie alla nuova antenna "Sunflower" che, pare, abbia migliorato l'accuratezza dei percorsi effettuati del 40% rispetto a prima, la precisione delle distanze di un altro 30% e del passo del 20% circa. 

Dati preziosi che Huawei ha racchiuso all'interno di nuove grafiche capaci di elevare l'esperienza d'uso, ad esempio per la corsa, con le nuove mappe a colori che piaceranno a tutti coloro che amano gli sporta all'aperto.

D'altronde Huawei ha già nel mirino Garmin, diretto competitor che al momento detiene la terza posizione tra i produttori di smartwatch con una quota dell'11% circa (contro il 7% del colosso cinese).

Autonomia da far invidia a tutti

Nonostante l'evoluzione fatta, uno dei punti saldi è rimasto: Watch GT 5 Pro è infatti uno degli smartwatch più longevi con singola carica, e chi vi scrive legge sul quadrante "25%" alla voce "batteria" a nove giorni dall'ultimo boost di energia e tante attività in mezzo. 

Sotto questo profilo c'è poco da dire, rispetto alla concorrenza Huawei è sempre riuscita ad offrire tanta benzina in più, con qualche concessione inevitabile: manca ad esempio la possibilità di effettuare pagamenti, per i noti problemi legati a servizi occidentali che rientrano nel ban, e chissà se arriverà mai. Non è possibile utilizzare la funzione "Ai Voice" se non si ha a disposizione uno smartphone con sistema operativo EMUI o superiore, ovvero appartenenti ai brand Huawei e Honor. 

A queste mancanze o piccole limitazione fanno da contraltare le tante funzioni raccontate fin qui, e l'unico vero problema è quello di ricordarsi dove si è lasciata la basetta per la ricarica wireless dopo oltre 10 giorni dall'ultima sessione.