Horizon Europe e il futuro dell’innovazione: l’UE punta a più investimenti e semplificazioni

Il Parlamento Europeo propone un aumento dei fondi per la ricerca, semplificazioni burocratiche e un ruolo centrale per il futuro programma FP10. La Commissione deciderà il prossimo passo

di Redazione - 13/03/2025 15:14

Al Parlamento Europeo di Strasburgo si discute del futuro della ricerca e dell’innovazione in Europa. Il programma Horizon Europe, attivo dal 2021 al 2027 con un budget di 95,5 miliardi di euro, è stato ed è tuttora una leva strategica per lo sviluppo scientifico e tecnologico dell’Unione. L’Europa rischia però di restare indietro rispetto a Stati Uniti e Cina, che investono percentuali del PIL più alte in ricerca e sviluppo: nel 2022 l’UE ha destinato solo il 2,24% del PIL, contro il 3,5% degli USA e il 2,4% della Cina.

Per colmare questo divario, gli eurodeputati hanno approvato con una larga maggioranza (472 voti a favore, 75 contrari e 92 astensioni) una proposta che prevede un aumento significativo dei fondi per la ricerca nel prossimo decennio. L’obiettivo è portare gli investimenti fino al 3% del PIL e garantire il finanziamento ad almeno il 75% delle proposte di ricerca considerate meritevoli. Il documento, sebbene non vincolante, è un chiaro segnale alla Commissione Europea, chiamata ora a proporre il piano successivo a Horizon Europe.

Più fondi, meno burocrazia: le richieste del Parlamento Europeo

Uno degli ostacoli principali per i ricercatori europei è l’eccessiva burocrazia nell’accesso ai finanziamenti. Per questo motivo, il Parlamento propone una forte semplificazione delle procedure di candidatura e gestione dei fondi nel futuro 10° Programma Quadro per la Ricerca (FP10). L’intento è incentivare l’innovazione eliminando barriere amministrative e velocizzando il passaggio dalla ricerca di base allo sviluppo di tecnologie scalabili.

Il Parlamento punta inoltre a rafforzare il ruolo di istituzioni chiave come il Consiglio Europeo per l’Innovazione (EIC) e il Consiglio Europeo della Ricerca (ERC), aumentando i loro finanziamenti e garantendone l’autonomia. Questi enti svolgono un ruolo fondamentale nel supporto a ricerche ad alto rischio ma con potenziale rivoluzionario, essenziali per affrontare le sfide globali e promuovere tecnologie di rottura.

Una visione per il futuro della ricerca europea

Gli eurodeputati chiedono anche che FP10 sia un programma indipendente, evitando che i fondi destinati alla ricerca vengano inglobati in altri strumenti finanziari con obiettivi a breve termine. Secondo il relatore Christian Ehler (PPE, Germania), un’integrazione con il Competitiveness Fund penalizzerebbe la ricerca fondamentale e a lungo termine, mettendo a rischio il progresso scientifico europeo.

Oltre all’incremento dei fondi e alla riduzione della burocrazia, il Parlamento promuove un maggiore focus sulla collaborazione interdisciplinare e sulla cooperazione internazionale. In questo contesto, sarà essenziale garantire la libertà accademica e creare un ecosistema di ricerca solido e competitivo a livello globale.

Ora la palla passa alla Commissione Europea, che dovrà tradurre le richieste del Parlamento in un piano concreto. La sfida per il futuro dell’innovazione in Europa è aperta: il sostegno alla ricerca sarà sufficiente per colmare il divario con i principali concorrenti globali?