Perché gli hackathon sono la fucina di idee di cui l'Italia ha bisogno: l'esempio di Meta

Abbiamo assistito al dietro le quinte del Llama Impact Hackathon di Meta, il suo primo evento simile organizzato nel Belpaese, dedicato all'AI generativa e ai giovani talenti

Credits: lablab next

di Greta Rosa - 06/12/2024 16:24

Largo alle idee e alla creatività, soprattutto se legata a menti giovani (e brillanti, ça va sans dire). È l'istinto primario che muove gli hackathon, le maratone creative che riuniscono sviluppatori, designer e altre figure del settore tecnologico, studenti compresi, per sviluppare soluzioni innovative in un brevissimo lasso di tempo, solitamente tra le 24 e le 48 ore. Eventi che stimolano la creatività, aumentano le capacità di problem solving e la collaborazione interdisciplinare, vere e proprie fucine di idee che possono trasformarsi in progetti concreti.

Perché sebbene non manchi l'aspetto competitivo e di sfida, gli hackathon sono molto di più: contesti in cui il talento, la passione e la creatività possono emergere in tutta la loro forza, dove le idee si trasformano in soluzioni e il confronto con esperti e mentor del settore diventa uno strumento per crescere e migliorare. Non si tratta solo di programmare o creare un’applicazione, ma di immaginare un futuro diverso, più inclusivo e sostenibile.

Se poi entra in gioco l'intelligenza artificiale, gli hackathon assumono un ruolo ancora più significativo, soprattutto in un momento storico come quello attuale: fanno da abilitatori per esplorare rapidamente le sue potenzialità e sviluppare prototipi che affrontino sfide reali dell'attualità.

Il primo Hackathon di Meta in Italia

È in una cornice simile che si è inserito Llama Impact Hackathon, il primo evento di questo genere organizzato da Meta in Italia e patrocinato dall'Agenzia per l’Italia Digitale (AGID), dall'Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) e dal Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione, Elettronica e Telecomunicazioni della Sapienza.

Una tre giorni che ha fatto di Binario F, lo spazio romano del colosso di Menlo Park aperto a tutti e dedicato alle competenze digitali, la sua casa dal 29 novembre al 1 dicembre. Più di 400 partecipanti, di età e origine miste ma con residenza in Italia, 72 team e un solo obiettivo: sviluppare una piattaforma tecnologica capace di migliorare il benessere dei cittadini sfruttando la potenza dell'intelligenza artificiale generativa della famiglia Llama, che ha il vantaggio di essere open source, dunque accessibile e modificabile da chiunque. L'unico rammarico? I partecipanti, operando su suolo italiano, non hanno potuto accedere alla nuova generazione dell'LLM (Large Language Model) di Meta, Llama 3.2, che ha introdotto nell'ecosistema la multimodalità, ma che non è ancora arrivata in Europa a causa dell'incertezza regolatoria.

Largo al talento

Tornando alla sfida, i campi di applicazione dei progetti sviluppati dalle squadre spaziavano dalla sanità all'ambiente, passando dai trasporti, dal rapporto con la pubblica amministrazione, fino alla sicurezza pubblica.

Alcune squadre hanno dato vita a progetti dall'alto potenziale, una prova tangibile di come l'AI generativa possa anche aiutare a risolvere problemi reali (e non di crearne, come da convinzione diffusa): tra questi Traish, un'app che utilizza l’AI per fornire istruzioni dettagliate sul riciclaggio basate sull'analisi delle immagini e sulle linee guida locali, prima classificata nella competizione, anche EMO, una piattaforma basata su AI che aiuta i bambini con disturbi dello spettro autistico a migliorare la comunicazione, l'interazione sociale e l'intelligenza emotiva, e molti altri.

I premi per i primi due vincitori, oltre a un riconoscimento in denaro fino a 5.000 dollari, prevedono la partecipazione a un programma di incubazione e la possibilità di accedere al più ampio Llama Impact Grant, un progetto di Meta che premierà proposte che sfruttino le nuove funzionalità di Llama per sviluppare progetti ad alto impatto economico e sociale (con montepremi fino a 500.000 dollari per i più meritevoli.

Verso le startup del futuro

Insomma, l'hackathon non è solo una gara tra talenti, molti dei quali ancora inespressi, ma il simbolo di come la tecnologia possa anche fungere da trait d'union tra giovani menti e istituzioni per generare cambiamento. Occhi puntati al futuro, adesso, con la speranza che i progetti nati grazie a queste occasioni possano realmente evolversi in startup innovative.