Il Governo Meloni starebbe pensando di rimuovere SPID, l’identità digitale con cui è possibile accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione e ai siti privati che lo supportano. Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica, ha manifestato l’intenzione del Governo di spegnere gradualmente SPID e mantenere la carta d’identità elettronica come unica identità digitale.
Cosa succederebbe se togliessero SPID
In questo modo, passerebbe tutto in mano allo Stato: SPID è infatti controllato da gestori privati di identità digitale, tra cui Poste, Aruba e altri operatori del settore. La carta d’identità elettronica, abbreviata CIE, è una delle alternative con cui si può entrare ai siti della PA. Utilizzarla da smartphone risulta abbastanza semplice, perché è sufficiente installare l’app CIEID e avvicinare fisicamente la carta al dispositivo, che verrà rilevata dalla tecnologia NFC.
Nel caso si utilizzi il PC, tuttavia, la situazione si complica, perché è necessario collegarvi un lettore di smart card (che rilevi tutti i dati contenuti nella carta) e un software dedicato. L’idea di unire SPID e CIE era già stata ipotizzata dal Governo Conte II, ma quale sarebbe la proposta del Governo attuale? E come verrebbero gestiti i dati di milioni di italiani?
Butti ha contattato il Corriere della Sera dichiarando che l’intenzione dell’esecutivo non sarebbe quella di eliminare l’identità digitale, ma averne una sola, nazionale e gestita dallo Stato. Si lavorerà per poter rilasciare la CIE da remoto gratuitamente e in 24 ore, facendo sì che possa essere usata in modalità semplice come lo SPID.
La migrazione dei dati avverrebbe con il supporto degli identity provider e in coro con l’UE. Bisognerà tuttavia capire come e quando il Governo troverà un gestore pubblico dei dati, cosa ad oggi non facile.