Google lancia Pomelli, la piattaforma AI che sostituisce un intero team social

Un “mini reparto creativo” per PMI e creator: inserisci l’URL, Pomelli propone idee e asset su misura. Beta pubblica in inglese, disponibile in pochi Paesi al lancio.

di Gabriele Arestivo - 31/10/2025 16:07

Nelle scorse ore Google ha presentato Pomelli, un nuovo esperimento di Google Labs (sviluppato con DeepMind) pensato per chi non ha un team marketing ma vuole contenuti coerenti con il proprio brand. Il meccanismo è semplice: inserisci l’URL del tuo sito e l’AI analizza testi e immagini per ricavare il “Business DNA” (palette colori, font, tono di voce, riferimenti visivi) che diventa la base per tutto ciò che genererà dopo. Da quel profilo propone idee di campagna e crea asset pronti per social, sito e annunci, modificabili direttamente nella piattaforma e scaricabili per l’uso. È un approccio “brand-first” che punta a mantenere coerenza e riconoscibilità anche quando si produce in velocità.

Dove è disponibile e a chi serve

Pomelli è in beta pubblica, in inglese, e al lancio è disponibile in Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda. L’obiettivo dichiarato è aiutare in particolare le piccole e medie imprese a superare l’ostacolo di budget e competenze grafiche, riducendo tempi e complessità di ideazione e produzione. Nella pratica, il valore sta nella combinazione tra analisi del brand e proposta creativa: non solo post singoli, ma spunti di storytelling e varianti che mantengono lo stesso stile su più canali. Per chi lavora da solo o in team piccoli, è come avere un “mini reparto creativo” che prepara bozze coerenti da rifinire.

Prova sul campo: bene per il brainstorming, personalizzazione da ampliare

Nei nostri test, partendo dal sito di Typo Media, abbiamo ottenuto in pochi minuti una moodboard di brand e una serie di concept per reel verticali, fino a proposte di merchandising. L’interfaccia è immediata: cambi parole chiave e vedi aggiornarsi headline, descrizioni e visual. Al momento però la personalizzazione resta essenziale (si interviene su testi e immagini, meno su layout e micro-direzione creativa) e l’output è orientato ai formati social “rapidi”, perfetti per prototipare ma da rifinire con gusto e strumenti esterni quando serve un livello art-direction più spinto.

Resta un ottimo acceleratore per il brainstorming, ma la differenza, ad oggi, la fa ancora inevitabilmente la mano editoriale. Per chi è fuori dai Paesi supportati, l’accesso dipende dalla progressiva estensione degli esperimenti di Labs, che Google aggiorna nel tempo.

Chi volesse provarlo dovrà munirsi di VPN e utilizzare un server statunitense, non serve altro se non esser loggati con il proprio account gmail.