Il Consiglio ha oggi approvato il regolamento per rafforzare l'ecosistema europeo dei semiconduttori, meglio conosciuto come 'Chips Act'. Un passo fondamentale perché si arrivi ad una decisione finale in ambito continentale e si riducano così le dipendenze dall'estero.
In cosa consiste il Chips Act
L'obiettivo del Chips Act è creare le condizioni per lo sviluppo di una base industriale europea nel settore dei semiconduttori, attrarre investimenti, promuovere la ricerca e l'innovazione e preparare l'Europa a qualsiasi futura crisi di approvvigionamento di chip.
Il programma dovrebbe mobilitare 43 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati (3,3 miliardi di euro dal bilancio dell'UE), con l'obiettivo di raddoppiare la quota di mercato globale dell'UE nei semiconduttori, passando dall'attuale 10% almeno al 20% entro il 2030.
Serviranno ovviamente dei programmi condivisi con i principali chipmaker al mondo; un esempio è Intel, che sta già realizzando un nuovo hub da 17 miliardi di euro in Germania e ampliando con 12 miliardi di euro il suo stabilimento irlandese.
Dopo essere stato firmato dal Presidente del Parlamento europeo e dal Presidente del Consiglio, il regolamento sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea e entrerà in vigore il terzo giorno successivo alla sua pubblicazione.
Non siamo gli unici in gara
Oltre all'Asia ci sono ovviamente anche gli Stati Uniti che corrono per ampliare il business dei chip, con ben 52 miliardi di dollari già messi sul piatto nel 2022 per contrastare le ambizioni della Cina. Inoltre, l'amministrazione Biden ha messo a disposizione $39 miliardi per le compagnie che vorranno costruire nuovi stabilimenti sul suolo USA.