La scorsa settimana, Dubai si è trovata di fronte a un evento senza precedenti. In poco tempo, uan serie di tempeste torrenziali hanno trasformato la metropoli in un acquitrino, con piogge che hanno superato i 142 mm in sole 24 ore, un dato che sorpassa la media annuale di precipitazioni dell’aeroporto di Dubai (94,7 mm).
La causa? Lo stesso vicedirettore del NCM (National Center of Meteorology) Omar AlYazee, impegnato nei progetti di cloud seeding, ha categoricamente escluso che un simile avvenimento sia legato a tali pratiche. La tecnica di inseminazione delle nuvole viene utilizzata per combattere la siccità, ma in questo caso è il riscaldamento globale il vero responsabile dell'aumento dell’umidità atmosferica e della conseguente verifica di fenomeni del genere anche in aree desertiche. Vediamo come funziona.
Cloud seeding: la scienza dietro le nuvole
Il cloud seeding è una pratica che mira a modificare il clima stimolando le precipitazioni da nuvole che, altrimenti, rilascerebbero poca o nessuna pioggia. Questo processo implica la dispersione di sostanze come ioduro d’argento o particelle di sale nelle nuvole, per favorire la condensazione delle gocce d’acqua.
Le particelle agiscono come nuclei di condensazione attorno ai quali l’umidità atmosferica può coagularsi, formando gocce più grandi che, una volta raggiunto un peso sufficiente, cadono a terra sotto forma di pioggia. Sebbene il cloud seeding possa aumentare le precipitazioni di una nuvola fino al 20 percento, è importante sottolineare che questa tecnica non crea umidità, ma semplicemente facilita la caduta dell’umidità già presente in atmosfera. Pertanto, non può essere considerato responsabile delle piogge eccezionali che hanno colpito Dubai recentemente.
Apocalisse a Dubai
Chi ha vissuto quelle ore drammatiche parla di scene apocalittiche, anche perché a Dubai le piogge non sono certo così frequenti. Mobili caduti dai balconi, auto di lusso abbandonate nelle strade trasformate in fiumi, e l’aeroporto internazionale di Dubai, il secondo più trafficato al mondo, in completo caos.
Quattro grandi tempeste alimentate da potenti correnti a getto hanno messo in ginocchio l’infrastruttura meteo della città, dimostrando che anche le città più moderne possono essere vulnerabili di fronte alla forza della natura.