Nella grande sala allestita a Parigi, tutti o quasi gli addetti ai lavori che hanno avuto accesso anticipatamente alle novità dell'ultimo Galaxy Unpacked di Samsung si sono ammassati per provare con mano un dispositivo: il Galaxy Ring. La curiosità era tanta dopo mesi (forse anni?) di chiacchiericcio online su questa naturale evoluzione degli indossabili, sempre più piccoli e funzionali. Ma non c'è soltanto questo.
Perché tanto clamore per il Ring?
Esistono già altri anelli smart in commercio di brand più o meno noti, mancava tuttavia la firma di un big del tech come Samsung che, quando si lancia su un progetto simile, non lo fa certo a caso. La curiosità è forse per la miniaturizzazione di certi componenti che adesso rendono possibile perfino creare un accessorio da portare al dito da pochi grammi (il Ring pesa da 2,3 a 3 grammi, a seconda della taglia desiderata) e monitorare così i propri parametri vitali.
Il nostro benessere fisico è sempre più importante, l'attenzione dei singoli individui sta aumentando e questo grazie anche a strumenti come gli indossabili che quotidianamente producono dati. Sappiamo quanto dormiamo, abbiamo suggerimenti sulla qualità del nostro sonno e l'andamento della frequenza cardiaca, tutto questo grazie (per lo più) ad accessori da polso come smartband e smartwatch. Ecco, l'anello è il passo in più che potrebbe convincere ancora più persone ad aprirsi a questo mondo.
Un accessorio piccolo e smart
Meno invasivo, più discreto e perfino con un'autonomia a volte maggiore. Il Ring, a detta di Samsung, mira ai sette giorni consecutivi di funzionamento con singola carica. Potrebbero essere queste alcune delle chiavi del successo per il Galaxy Ring e di altri anelli smart in arrivo (Apple, ci sei anche tu?). E poi c'è tutto il resto, ovvero l'elaborazione dei dati di monitoraggio e l'intelligenza artificiale, che in questo giocherà un suo ruolo specifico.
Bisognerà provarlo per poterne parlare meglio, ma è chiaro che bisogna tradurre tutti questi dati generati e renderli digeribili per le persone comuni, in modo che tutto sia facilmente comprensibile e porti ad una reale consapevolezza del proprio stato fisico. Consigli sulle buone pratiche, avvisi e grafici per comprendere la propria situazione o l'andamento delle attività sportive. Ecco, rispetto ad uno smartwatch, con l'anello si perde il display e di conseguenza la possibilità di avere un feedback immediato su tempi, ritmo e altri parametri importanti. Ma non è detto che non arrivino degli input vocali sulle cuffie, chissà.
I presupposti per lo sviluppo di un nuovo filone tecnologico ci sono tutti, vedremo adesso quando effettivamente arriverà in Italia. Samsung ha deciso di renderlo infatti disponibile solo in alcuni paesi in questo momento, ma la prospettiva è di aprirsi a tutti i mercati. Niente paura.
E poi ci sono loro: Galaxy Z Flip 6 e Z Galaxy Fold 6
I veri protagonisti dell'Unpacked Samsung sono loro, i due nuovi pieghevoli che ormai si rinnovano come ogni anno e portano nuova linfa a questa nicchia, sempre più ricca. Sesta generazione che porta con sé tutta l'esperienza accumulata in questi anni e innumerevoli migliorie tecniche che adesso sembra abbiano appianato tutte le problematiche classiche di questo formato.
Design più bello, linee squadrate con angoli curvi, materiali di primissima scelta e colorazioni veramente accattivanti. Ma ciò che interessa davvero sta all'interno: i due nuovi pieghevoli, oltre ad aver integrato i nuovi System-on-Chip Qualcomm Snapdragon 8 Gen 3, hanno finalmente aggiunto delle funzioni software che possono fare la differenza.
Focus sulle nuove funzioni
Potremmo dire che gran parte del merito è della Galaxy AI, l'intelligenza artificiale "in-house" del gigante coreano che sta tanto piacendo agli utenti e qui fa un nuovo passo in avanti. Grazie alle funzioni AI, infatti, si può sfruttare per davvero il particolare design di Flip e Fold, facendo cose che altri smartphone tradizionali non possono.
Un esempio? Immaginate di essere in vacanza in un luogo straniero e approcciare una persona che non parla la vostra lingua: per superare questo ostacolo, arriva in aiuto il traduttore che recepisce la voce dei due interlocutori e trascrive nella rispettiva lingua ciò che l'altro ha detto. Sui due nuovi pieghevoli questo avviene sfruttando tutti i display, esterni e interni, e senza la necessità di alcuna connessione di rete.
L'intelligenza artificiale sta cambiando la narrativa attorno a questi dispositivi, adesso più interessanti grazie proprio alle nuove funzioni che li rendono effettivamente più funzionali, sensati.