L'allevamento all'aperto diventa hi-tech: arriva il robot pastore

SwagBot, il robot pastore australiano che monitora la salute del bestiame e del terreno, rivoluziona l'allevamento con intelligenza artificiale e sensori avanzati

di Gabriele Arestivo - 27/12/2024 12:17

Un innovativo progetto dell'Università di Sydney vuol rivoluzionare il settore dell'allevamento con SwagBot, il primo robot pastore al mondo dotato di intelligenza artificiale. Nato nel 2016 come semplice robot per la guida del bestiame su terreni accidentati, SwagBot si è evoluto in un sofisticato sistema autonomo capace di monitorare sia la salute degli animali che la qualità dei pascoli.

Tecnologia al servizio della sostenibilità

Il robot, alimentato a batteria, utilizza una combinazione di sensori, telecamere e sistemi di machine learning per raccogliere e analizzare dati in tempo reale. Questa tecnologia permette di valutare la densità e la qualità nutritiva dei pascoli, guidando autonomamente il bestiame verso le aree più ricche di proteine e carboidrati. Una caratteristica particolarmente rilevante in un paese come l'Australia, dove circa 30 milioni di capi di bestiame pascolano su territori vastissimi, spesso caratterizzati da terreni poveri di nutrienti.

Un alleato per gli allevatori moderni

L'aspetto più sorprendente è l'integrazione naturale del robot con gli animali, che hanno imparato a seguirlo come farebbero con un cane pastore tradizionale. Questo permette una gestione più fluida e senza recinzioni, come sottolinea il professor Salah Sukkarieh, responsabile del progetto. Per gli allevatori, SwagBot rappresenta uno strumento prezioso per monitorare le condizioni dei pascoli in tempo reale e prevenire il degrado del suolo causato dal sovrapascolo.

Il sistema si rivela particolarmente utile per la gestione di bestiame con esigenze specifiche, come nel caso delle mucche gravide che necessitano di pascoli di qualità superiore. Questa innovazione si inserisce in un trend più ampio di automazione del settore agricolo, mirando a rendere la produzione più efficiente e sostenibile, specialmente nelle aree remote dove la manodopera è difficile da reperire.