L’Europa ha deciso le sorti l'intelligenza artificiale con la prima legge al mondo sul tema. L'AI Act, approvato i giorni scorsi dal Consiglio Europeo, ha l'obiettivo di regolamentare i sistemi IA sul mercato europeo per garantirne la sicurezza, l'affidabilità e il rispetto dei diritti dei cittadini, oltre a promuovere investimenti e innovazioni nel settore.
Un approccio basato sul rischio
L'AI Act adotta un approccio basato sul rischio: più alto è il potenziale rischio di danni alla società da parte dei sistemi di intelligenza artificiale, più severe saranno le norme che le aziende proprietarie dovranno rispettare. Ad esempio, i deepfake devono essere sempre segnalati come tali, per evitare inganni e manipolazioni.
La legge vieta l'uso non mirato di volti raccolti da internet o dalle telecamere a circuito chiuso per creare banche dati di riconoscimento facciale. Sono inoltre proibiti il punteggio sociale e la "polizia predittiva" basata sulla profilazione, compresi i sistemi di riconoscimento delle emozioni sul lavoro o a scuola. Bandito anche l'uso di dati biometrici per classificare le persone in base a razza, religione o orientamento sessuale. Sono previste alcune deroghe per l'utilizzo di questi strumenti, ad esempio per scopi militari, di difesa e di ricerca.
L'AI entrerà in vigore venti giorni dopo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e sarà applicata due anni dopo, nonostante alcuni divieti scatteranno già sei mesi dopo la sua entrata in vigore.
Con l'adozione dell'AI Act, l'Europa non solo salvaguarda i diritti dei suoi cittadini, ma stimola anche un'innovazione responsabile nel campo dell'intelligenza artificiale. Questa legislazione è un chiaro segnale di come le istituzioni europee stiano prendendo sul serio le sfide e le opportunità offerte dall'IA, preparando il terreno per un futuro in cui la tecnologia sia al servizio della società in modo sicuro ed equo.