Accessibilità al centro: le novità Apple che cambiano il modo di interagire con i dispositivi

Dalle app Braille al tracciamento oculare: la Mela morsicata inserisce l’accessibilità nel cuore della sua esperienza digitale. E cambia il rapporto tra utente e tecnologia

di Greta Rosa - 14/05/2025 20:12

In un presente in cui la narrazione tech è dominata da intelligenza artificiale e promesse di realtà alternative e futuribili, Apple ha (ancora una volta) deciso di puntare i riflettori su qualcosa di più "umano" e urgente: l’accessibilità. Non è una novità nella retorica dell’azienda, certo. Ma le ultime funzioni annunciate per iOS, macOS e visionOS, previste entro fine 2025, non sono semplici aggiornamenti: sono un segnale forte contro un sistema che ancora oggi, troppo spesso, tende a escludere.

Il mondo ha oggi oltre un miliardo di persone con disabilità, secondo i dati dell'OMS aggiornati al 2025. In Europa si stima che circa il 24% della popolazione abbia una forma di limitazione funzionale. Numeri che rendono evidente una verità spesso ignorata: la tecnologia non è davvero innovativa se non è accessibile a tutti.

Accessibilità integrata, non aggiunta

Tra le novità annunciate, spiccano le schede di accessibilità per l’App Store: una nuova sezione nelle app che renderà trasparenti (finalmente) le funzioni accessibili di giochi e software. Una rivoluzione silenziosa, che sposta la responsabilità anche sugli sviluppatori. Sapere se un’app supporta VoiceOver, Contrasto elevato o Riduzione movimento prima di scaricarla non è una comodità: è un diritto.

Ma il cuore dell’annuncio è un ecosistema che si trasforma. Lente arriva su Mac, potenziata da AI on-device e nuove opzioni di personalizzazione. Per chi ha ipovisione, significa rendere leggibile un menù in aula, una presentazione, una lavagna. Non è realtà aumentata da vetrina: è realtà riappropriata.

La nuova Braille Access, invece, consolida Apple come una delle poche aziende a trattare il braille non come un accessorio, ma come una modalità nativa di interazione. Compatibilità estesa, app native, lettura e scrittura integrata anche con codici come il Nemeth per la matematica: siamo oltre il concetto di "supporto".

Accessibilità anche nella realtà mista

Le funzioni di accessibilità non si fermano a schermi e tastiere: con Vision Pro, Apple estende il concetto di inclusione anche alla realtà mista. Il visore di nuova generazione integra ora strumenti avanzati come il tracciamento oculare adattivo, compatibile con “Controllo interruttori”, e l’uso del braille in ambienti tridimensionali tramite Braille Access. Gli utenti possono non solo interagire ma prendere appunti, leggere, navigare nello spazio digitale attraverso input accessibili e integrati nell’interfaccia.

Anche Accessibility Reader è compatibile con visionOS, permettendo di trasformare testi rilevati nel mondo fisico - ad esempio in un’aula o su un packaging - in contenuti personalizzabili e leggibili in un ambiente immersivo. È un’accessibilità non più laterale, ma immersa, che ridefinisce l’idea stessa di controllo e fruizione per chi non può usare interfacce tradizionali.

Il confine si sposta: occhi, voce, pensiero

Il 2025 segna anche l’arrivo di Tracciamento occhi e Controllo con interfacce neurali: iOS diventa uno dei primi sistemi operativi commerciali pronti per interazioni senza movimenti fisici. Se oggi sembra avanguardia, domani potrebbe essere normalità per chi convive con disabilità motorie gravi.

Non manca il lato sociale: “Voce personale”, ora più veloce e naturale grazie all’AI, dà nuova dignità a chi rischia di perdere la capacità di parlare. E il nuovo Accessibility Reader, integrato ovunque, risponde a bisogni diffusi come dislessia, ipovisione e disturbi dell’attenzione. Il punto non è “aiutare chi ha difficoltà”, ma progettare per un mondo che non ha un solo modo giusto di vedere, leggere, parlare, toccare.

Apple, certo, non è sola: Microsoft ha fatto progressi enormi su Windows 11, Google spinge su Android con TalkBack e comandi vocali sempre più sofisticati. Ma l’ecosistema della Mela morsicata ha un vantaggio: coerenza tra hardware e software e una strategia di inclusività che da anni è parte del core design, non un’aggiunta posticcia.

E allora, forse, dovremmo smettere di considerare l’accessibilità una “nicchia”. Perché ogni funzione progettata per chi ha un bisogno specifico rende la tecnologia migliore per tutti. Anche per chi oggi non lo sa, ma domani potrebbe averne bisogno.