Joby Aviation ha stabilito un nuovo record con il suo eVTOL alimentato a idrogeno. L'azienda americana ha fatto volare il suo prototipo di taxi volante per 842 km senza mai fare rifornimento, superando di gran lunga la precedente autonomia ottenuta con le sole batterie.
Per ottenere questo risultato, Joby ha trasformato il suo sistema di propulsione, passando dall'elettrico a un ibrido più avanzato. La nuova configurazione include infatti una cella a combustibile alimentata da idrogeno liquido, che costituisce la principale fonte di energia per i sei rotori del velivolo. La cella genera elettricità attraverso una reazione elettrochimica con l'ossigeno dell'aria, producendo solo acqua come sottoprodotto.
La tecnologia dietro il record
Il serbatoio di idrogeno liquido utilizzato può contenere fino a 40 kg di idrogeno a -251 °C, permettendo un'autonomia senza precedenti. Oltretutto, alla fine del volo, l'eVTOL aveva ancora il 15% del carburante disponibile. In futuro l'azienda prevede un range realistico fino a 1500 km. Questo potrebbe rivoluzionare i voli regionali, riducendo drasticamente le emissioni per gli spostamenti più brevi.
Joby ha iniziato il percorso verso questa innovazione acquistando la tedesca H2Fly nel 2021, un pioniere nel settore dell'aviazione a idrogeno. Grazie a questa acquisizione, Joby ha potuto integrare il loro sistema di alimentazione a celle a combustibile, già testato con successo in diversi voli dimostrativi.
Un passo avanti per l’aviazione sostenibile
Il fondatore e CEO di Joby, JoeBen Bevirt, ha sottolineato che la maggior parte del lavoro di design, test e certificazione svolto per la versione elettrica del loro eVTOL è potrà essere utilizzato per il gemello a idrogeno. Il loro obiettivo è fornire un servizio regionale senza la necessità di piste aeroportuali, utilizzando le stesse infrastrutture di decollo e atterraggio e lo stesso software operativo sviluppato per la versione elettrica.
Joby ha dimostrato che l'idrogeno può essere una soluzione praticabile per l'aviazione sostenibile, offrendo un'autonomia significativamente maggiore rispetto alle attuali tecnologie a batteria. Soprattutto, lo ha fatto tramite un prototipo già avanzato. Adesso bisognerà velocizzare la rete di approvvigionamento dell'idrogeno verde.