In viaggio con la nuova Model Y: è davvero così efficiente?

Da Milano a Rimini senza soste di ricarica: consumo di 17,8 kWh/100 km per il crossover elettrico tra i più apprezzati, ora rinnovato nell'aerodinamica e nei sistemi di recupero energetico

di Redazione - 12/03/2025 13:21

Nel 2023, la Tesla Model Y ha battuto ogni record diventando il veicolo più venduto al mondo, superando persino le auto a benzina e diesel. Un risultato che ha consacrato al successo la casa di Elon Musk ma che, al netto dell'attuale periodo di difficoltà (il titolo è crollato in Borsa in seguito ai discutibili atteggiamenti del suo fondatore), impone anche una sfida: migliorarsi costantemente per restare al vertice.

Ecco perché la nuova Model Y 2025 arriva con un design rivisitato e promesse di maggiore efficienza. Il consumo energetico è davvero inferiore? L’autonomia dichiarata è raggiungibile nella vita reale? Per scoprirlo, l’abbiamo messa alla prova su un viaggio autostradale senza soste per la ricarica: da Milano a Rimini, oltre 300 km, con tre persone a bordo e bagagliaio pieno.

Le principali innovazioni tecniche

La nuova Model Y ha un design rinnovato che non è solo una questione di estetica, ma è funzionale all'efficienza. Il frontale ridisegnato e le linee più affusolate migliorano l'aerodinamica, riducendo la resistenza all'aria e contribuendo a un consumo energetico più contenuto. Sotto il cofano, l'auto nasconde un'architettura elettronica completamente ripensata. Il sistema di gestione dell'energia è stato ottimizzato per estrarre il massimo da ogni kilowattora, migliorando l'efficienza complessiva e l'autonomia. Le nuove batterie, con una densità energetica incrementata, sono un upgrade non da poco e mantengono dimensioni contenute.

All'interno, l'abitacolo offre materiali di alta qualità e un comfort superiore. L'interfaccia utente è stata resa più intuitiva e reattiva, permettendo al conducente di concentrarsi sulla guida senza distrazioni. Da menzionare il sistema di frenata rigenerativa potenziato, capace di recuperare energia in scenari dove la precedente generazione risultava meno efficace. Questa tecnologia, abbinata alle sospensioni adattive con tempi di risposta ridotti, migliora l'esperienza di guida rendendola più fluida e prevedibile. 

L'hardware dedicato alla guida assistita è stato arricchito con sensori supplementari, posizionati strategicamente per ampliare il campo percettivo del veicolo. Un investimento che prepara il terreno per futuri aggiornamenti software e funzionalità avanzate.

Milano-Rimini: il test della verità

La vettura che abbiamo provato è una Dual Motor a trazione integrale con autonomia dichiarata di 568 km. Siamo partiti da Milano con il 96% di batteria, una temperatura che si aggira attorno ai 12 gradi: oltre trecento chilometri di autostrada davanti a noi e la promessa di non fermarci mai. Tre persone a bordo, bagagliaio carico, climatizzatore acceso e velocità di crociera – le condizioni reali che mettono alla prova ogni auto elettrica.

All'arrivo, il verdetto è chiaro: 80% di batteria consumata (16% di carica residua), 59 kWh utilizzati, per un consumo medio di 17,8 kWh/100 km. Numeri che traducono in realtà la promessa di maggior efficienza. Facendo una rapida proporzione possiamo parlare di un'autonomia reale in autostrada (in queste condizioni di carico e temperatura) di circa 420 km, con la prospettiva concreta di superare i 500 km in contesto misto urbano-extraurbano.

La ricarica: l'ultimo tassello

Alla prova del Supercharger, l'unico piccolo neo: nonostante il preriscaldamento della batteria per 15 minuti, la potenza massima non è stata raggiunta immediatamente. Da 10% a 88% in 45 minuti – performance buona ma con margini di miglioramento. Abbiamo raggiunto lentamente un picco di 150 kW di potenza, nulla di più. 

Abbiamo avuto più fortuna con la seconda ricarica, sensibilmente più rapida, al nostro rientro: con un preriscaldamento della batteria di circa 30 minuti siamo stati in grado di raggiungere quasi immediatamente il picco massimo possibile per quest'auto di 250 kW, tenuto tuttavia pochi secondi.

Tesla ha dalla sua parte una rete proprietaria con una discreta distribuzione sul territorio, servirà però investire ancora per accorciare ulteriormente i tempi di ricarica, come già fatto da alcuni competitor come Hyundai, Kia e Porsche.