Dopo oltre mille chilometri al volante della Polestar 3 nella sua configurazione più entusiasmante, la Performance Pack, possiamo condividere l'esperienza completa di questo SUV elettrico che incarna appieno la visione svedese del lusso sostenibile. Un connubio di potenza e tecnologia avanzata che si scontra con alcune verità del mondo elettrico.
L'abbraccio del lusso scandinavo
Entrare nell'abitacolo della Polestar 3 significa immergersi in un ambiente dove minimalismo e tecnologia si amalgamano perfettamente. I sedili avvolgenti creano un'esperienza tattile di alto livello, mentre il sistema di infotainment basato su Android Automotive offre un'integrazione digitale fluida e intuitiva. Bisogna anche sottolineare la qualità dell'impianto audio Bowers & Wilkins a 25 altoparlanti che trasforma l'abitacolo in una "sala da concerto mobile", avvolgendo i passeggeri in un panorama sonoro tridimensionale che difficilmente si vive su un'automobile.
Il comfort di guida raggiunge livelli ottimali grazie alle sospensioni pneumatiche adattive a doppia camera che, in combinazione con gli ammortizzatori a controllo elettronico del Performance Pack (quello a nostra disposizione), riescono nell'impresa di coniugare stabilità sportiva e morbidezza sui lunghi tragitti. Anche dopo ore di guida ininterrotta, si arriva a destinazione senza quella sensazione di affaticamento tipica di altri SUV premium. Un piccolo "miracolo" ergonomico che eleva l'esperienza di viaggio oltre le aspettative, bisogna ammetterlo.

La potenza che emoziona, l'autonomia un po' meno
Il cuore pulsante della Polestar 3 Performance Pack è il suo powertrain elettrico dual motor che sprigiona 517 cavalli e 910 Nm di coppia. Numeri che si traducono in un'accelerazione quasi bruciante: 4,7 secondi per raggiungere i 100 km/h, un valore da supercar di qualche anno fa. La distribuzione perfetta dei pesi e il baricentro basso conferiscono all'ammiraglia elettrica un ottimo dinamismo per un veicolo che supera le due tonnellate.
Come in ogni relazione, c'è da dire anche anche qui bisogna scendere a qualche compromesso. La potenza esagerata e il peso considerevole pesano sull'autonomia. Durante i viaggi in autostrada, in mesi invernali e temperature comprese tra i 5 e i 12 gradi, l'autonomia reale si è attestata intorno ai 330 chilometri, ben lontana dai 610 dichiarati nel ciclo WLTP. Questo significa programmare con attenzione le soste per la ricarica, approfittando comunque della capacità della Polestar 3 di accettare potenze fino a 250 kW che permettono di recuperare dal 10% all'80% in circa 30 minuti nelle condizioni ideali. Naturalmente, nel contesto cittadino l'autonomia è ben maggiore e supera senza troppi sforzi i 400 km.
L'intelligenza artificiale al servizio della sicurezza
Ciò che distingue veramente la Polestar 3 dalla concorrenza è l'implementazione di sistemi di assistenza alla guida basati sull'intelligenza artificiale. Il sistema LiDAR integrato lavora in sinergia con cinque radar, cinque telecamere esterne e sensori a ultrasuoni per creare un "mantello protettivo" virtuale attorno al veicolo. Durante i test in condizioni di scarsa visibilità, la Polestar ha dimostrato una capacità predittiva impressionante, intervenendo con anticipo su potenziali pericoli prima ancora che diventassero visibili all'occhio umano.
L'assistente alla guida semi-autonoma (livello 2) funziona con una naturalezza, mantenendo la traiettoria con una fluidità che ricorda quasi il tocco umano, più che l'intervento di un computer. Un sistema che non si limita a seguire le linee della carreggiata, ma interpreta il contesto stradale nel complesso, adattandosi alle condizioni del traffico con un'intelligenza che fa intravedere il futuro della mobilità.
Per concludere, la Polestar 3 Long Range Dual Motor con Performance Pack è un'esperienza elettrica premium che seduce per raffinatezza, tecnologia e prestazioni, pur richiedendo qualche compromesso in termini di autonomia reale, specialmente nelle condizioni più sfavorevoli. Una compagna di viaggio tecnologica che trasforma ogni tragitto in un'esperienza che definiremmo "emozionale", purché pianificata con la consapevolezza dei suoi limiti energetici.