La rete d'infrastrutture s'infittisce, anche in Italia, con i numeri pubblicati nelle scorse settimane da Motus-E che riportano 54.164 punti di ricarica a uso pubblico presenti al 31 marzo 2024. Un salto in avanti del 31% rispetto al 2023 e un'ottimo passo registrato anche per le colonnine cosiddette veloci e ultraveloci.
Basta dare un'occhiata anche ai numeri sui punti di ricarica sulle autostrade (942 unità, di cui il 61% supera i 150 kW di potenza) per rendersi conto che viaggiare in elettrico, ad oggi, non è più un'utopia al centro, al nord e in parte del sud Italia. Non sono ancora abbastanza, questo è ovvio, ma a destare maggiori preoccupazioni in questo periodo sono anche i prezzi dell'energia, schizzata letteralmente alle stelle dopo che i principali operatori del settore hanno tolto pacchetti e abbonamenti.
Il mio viaggio tra Italia e Croazia
Per darvi un'idea dei rincari basta fare un rapido confronto con un viaggio in elettrico affrontato lo scorso anno tra Milano e Bari. In quella occasione avevamo percorso 1770 km in autostrada, spendendo circa 100 euro di ricariche fast tramite il pacchetto "Travel Plus" di Enel X Way (0,32€/kWh) a bordo di una Polestar 2 (2013).
In questi giorni abbiamo approfittato della nuova versione di Polestar 2 (2024) per fare un giro in Istria, Croazia, partendo dalla Liguria e con ritorno a Milano. Milleduecentosettanta chilometri percorsi per il 90% in autostrada a velocità da codice (120/130 km/h). A questo giro non abbiamo potuto utilizzare alcun pacchetto, perché non esistono più, e abbiamo dovuto pagare a consumo utilizzando una delle tante App degli operatori.
Nel nostro caso abbiamo sfruttato quella di A2a, con prezzi a consumo che si attestano attorno agli 80-85 centesimi per kWh nelle colonnine fast di BeCharge e Free To X (quelle più comuni e veloci in autostrada). Il risultato? Per 1270 km percorsi e 234 kWh consumati abbiamo speso 187 euro, un salasso!
Stiamo parlando di un aumento del 244% rispetto a 11 mesi fa, utilizzando la medesima infrastruttura (per lo più colonnine ultrafast da 300 kW). Purtroppo non c'è una risposta chiara a questi aumenti indiscriminati, i principali operatori si sono trincerati infatti dietro alla "necessità di rientrare delle spese di installazione" delle colonnine, ma perché nel resto d'Europa i prezzi dell'energia alle colonnine sono molto più bassi? E pensano davvero che siano costi sostenibili?
L'elettrico conviene ancora?
Il paragone con il carburante tradizionale non regge, nonostante sia sempre più caro e questa situazione non fa che alimentare i pregiudizi e le speculazioni sull'elettrico, già di per sé più costoso se si guardano i listini.
Un modo per proteggersi da queste folli tariffe (e sì, chiedere 96 centesimi a kWh è folle) è restare informati e sfruttare il più possibile le applicazioni o carte di piattaforme terze. Ce ne sono diverse, tra tutte segnaliamo al momento Electroverse di Octopus Energy che propone dei prezzi alla colonnina mediamente più bassi. Si passa dai 0,60 euro per le colonnine AC lente in città (che ormai costano a consumo 0,67-0,69 euro) ai 0,67 euro delle velocissime Free To X da 300 kW.
Un piccolo escamotage che non risolve di certo il problema, non serve infatti annunciare lauti incentivi se poi alla spina si paga più del dovuto. Se le cose non cambieranno, e in fretta, non resterà che consigliare l'elettrico a coloro che hanno la fortuna di poter ricaricare in casa o in garage con una wallbox (a prezzi stracciati).