Viaggiare per lunghe distanze con un’auto elettrica sembrava una chimera fino a poco tempo fa: troppi compromessi, poco supporto e un’infinità di variabili. E adesso, a che punto siamo? Ce lo siamo chiesti anche noi, a un paio di anni di distanza da qualche prova diretta su strada fatta con modelli che adesso sono già considerati quasi vetusti.
La verità è che siamo nel bel mezzo di una transizione epocale e i confronti hanno poco senso, ma nell’evoluzione della mobilità elettrica si intravedono i primi spiragli di normalità. Di certo i costi di ingresso restano mediamente alti e in pochi possono permettersi le ultime uscite, tanto che le vendite non brillano se non nei paesi più ricchi come quelli del Nord Europa.
Milano - Bari tutta d’un fiato
Per scattare una fotografia della situazione attuale la migliore soluzione è sempre una: metterci direttamente le mani e gli occhi. Consci che partire da una città come Milano sia un vantaggio e che le colonnine di ricarica di certo non manchino, abbiamo deciso di intraprendere un’avventura che ci portasse a Bari, in Puglia.
Quasi 900 km da affrontare in giornata non sono pochi, escluse quindi le citycar e i modelli elettrici più economici - che ancora soffrono di evidenti limiti di autonomia e velocità di ricarica e le rende poco adatte ai viaggi medio lunghi - abbiamo puntato su una fascia più alta.
Tutto più facile con una Polestar 2
Da meno di un anno è arrivato in Italia anche Polestar con la “2”, brand tra i più apprezzati in Europa che ha fatto tanto parlare di sé negli ultimi mesi sfoggiando una line-up sempre più agguerrita che pian piano riempirà le fila del gruppo.
Per essere più precisi abbiamo avuto in prova la Polestar 2 Long Range Single Motor con batteria da 78 kWh e 170 kW di potenza. Si tratta della versione 2022 ed è bene specificarlo, perché bastano pochi mesi per registrare importanti novità che cambiano spesso la sostanza e l’esperienza d’uso. Un esempio è proprio questa vettura che, nella versione 2024 in arrivo nei prossimi mesi, aumenterà il range dell’autonomia e la velocità massima di ricarica in corrente continua.
Non solo tanta potenza e linee aggressive, la Polestar 2 è un’ottima scelta anche per chi ama come noi la tecnologia e predilige un sistema di infotainment moderno, aggiornato. La casa del gruppo Geely è infatti una delle pochissime che vanta Android Automotive a bordo, un sistema intuitivo e di facile utilizzo, con tanto di applicazioni e PlayStore come su qualsiasi dispositivo mobile Android.
Valigie pronte, e la ricarica?
Il capitolo del rifornimento è vasto e oggettivamente complesso, per questo vi rimandiamo a uno speciale sul tema per farvi un’idea più precisa su ricariche, colonnine, operatori, pacchetti e costi.
Per ottimizzare il nostro viaggio, e abbattere i costi, noi ci siamo affidati all’abbonamento “Travel Plus” di Enel X Way che mette a disposizione 320 kWh al costo di 99 euro/mese (in promozione fino al primo agosto, poi aumenterà a 129 euro/mese). Sulle ricariche e gli operatori si potrebbe parlare per ore, in questo articolo abbiamo realizzato un approfondimento. Fatto “il pieno” abbiamo provato ad utilizzare una delle applicazioni più note tra gli utilizzatori di mezzi elettrici: A Better Routeplanner (ABRP).
Questa piattaforma permette di inserire tutti i dati del veicolo e calcolare automaticamente le tappe da affrontare per giungere serenamente a destinazione. Peccato solo che la versione per automotive sia ancora poco stabile, ragion per cui ci siamo dovuti affidare a quella mobile. Non benissimo neanche il fatto che le sue stime siano tutte per difetto e che, una volta in strada, ci siamo resi conto di poter osare più di quanto volesse ABRP.
In ogni caso la fase di pianificazione resta ad oggi necessaria se si sceglie di affrontare un viaggio del genere in elettrico e non si ha voglia di allungare oltremodo i tempi. Primo compromesso.
Solo due fermate in 905 km: ecco i dati
Il cambio programma l’abbiamo deciso dopo la prima fermata perché, banalmente, abbiamo potuto valutare con certezza che l’autonomia mostrata sul display fosse reale. I due stop li abbiamo fatti in corrispondenza di due punti della rete Free To X, infrastruttura nuova di zecca accessibile con i pacchetti Enel X Way (e di altri operatori) che vanta colonnine HPC da 300 kW. Ciò che serve per simili spostamenti.
Le nostre soste sono state fisiologiche, dopo oltre 300 km (e un paio di ore alla guida) è sempre consigliabile fermarsi per sgranchire le gambe e riposarsi, soprattutto in estate. Facciamo un riassunto dei dati più importanti.
Andata 883,7 km (partenza con il 99% e 450 km di autonomia)
- 1° tappa 338 km percorsi e 52,3 kWh consumati e 26% residuo
- 1° ricarica (Riccione) 22 minuti e 42,24 kWh aggiunti fino al 78%
- 2° tappa 227,5 km percorsi e 42,3 kWh consumati e 20% residuo
- 2° ricarica (Pescara) 40 minuti e 58,59 kWh aggiunti fino al 92%
Siamo giunti a Bari dopo altri 318,2 km con il 14% di carica residua e 59,6 kWh consumati alle ore 20.40. In totale abbiamo calcolato 154,2 kWh consumati, 10h e 10 minuti (con almeno 40 min di traffico incontrati a Bologna) e 883,7 km percorsi con 2 soste per un totale di 1h e 2 minuti. Il consumo medio è stato di 17,4 kWh/100 km.
Le colonnine HPC funzionano bene, ma bisogna poterle sfruttare
La nostra esperienza con Free To X è assolutamente positiva, soltanto in un caso si è interrotta la ricarica dopo circa 10 minuti, senza alcun motivo apparente, ma è stata ripresa con una nuova sessione in un paio di minuti.
Purtroppo non è ancora possibile stare al loro passo, non esistono infatti auto elettriche ancora in grado di raggiungere picchi di ricarica a 300 kW in corrente continua. Ma il bello dell’elettrico è che si evolve rapidamente, immagino quindi che non dovremo attendere molto (la Polestar 2 nella nuova versione 2024 potrà ricaricare con picchi di 205 kW in DC).
L’altro neo riguarda sempre la tecnologia attuale che non permette di mantenere per lungo tempo la velocità massima di ricarica. Prendiamo ad esempio la Polestar 2 con cui abbiamo affrontato il viaggio: ha un’architettura a 400 volt e ricarica in DC ad un massimo di 150 kW. La verità è che tale velocità di ricarica avviene per pochi minuti, poi comincia a scendere costantemente fino a crollare del tutto quando si supera il 90% di carica.
Per passare dal 15 all’80 percento, su questo modello del 2022, ci sono serviti 28 minuti, ma per raggiungere il 90% ne abbiamo dovuti aggiungere altri 10. Insomma, bisogna tenere a mente che l’autonomia complessiva è un numero di riferimento e poi, verosimilmente, si sfrutta di più il range compreso tra il 20 e l’80% dove si ha il meglio della ricarica.
Il ritorno, da Bari a Milano
Stesso percorso ma strade più libere e un piano più certo: due stop alle HPC e partenza con il 94% di carica dopo una sessione nel capoluogo pugliese che vanta qualche nuova postazione Ewiva.
Partenza con il 94% e 420 km autonomia alle 12.40
- 1° tappa 323,5 km percorsi e 61,5 kWh consumati e e 11% residuo
- 1° ricarica (Pescara) 32 minuti e 62,10 kWh aggiunti fino all’87%
- 2° tappa 323,4 km percorsi e 58,2 kWh consumati e 8% residuo
- 2° ricarica (Sillaro Est, Bologna) 27 minuti e 56,9 kWh aggiunti fino al 78%
Arrivo dopo 239,4 km con il 12% residuo e 50 kWh consumati alle 22.10.
In totale durante il ritorno abbiamo consumato 169,7 kWh, il tempo è stato inferiore con 9h e 30 minuti e 886,3 km percorsi, con 2 soste per un totale di 59 minuti. Il consumo medio è stato di 19,14 kWh/100 km, più alto dell'andata per via (probabilmente) del carico maggiore.
I dati finali
Facendo una media di quanto raccolto in questa maratona risultano percorsi 1770 km in autostrada, con una media di consumi pari a 18,27 kWh/100 km, 323,7 kWh consumati e una spesa di circa 100 euro di energia (a cui si devono aggiungere ovviamente i caselli).
Sfruttando un pacchetto di Enel X Way abbiamo sicuramente risparmiato e pagato l’energia solo 0,31 centesimi/kWh. I consumi non sono stati bassissimi ma tutto sommato accettabili, in autostrada le elettriche danno “il peggio” se si guarda alla sola autonomia e a causa del periodo l’aria condizionata è stata una compagna inseparabile.