Dopo aver analizzato 112 rotte europee, Greenpeace ha rilevato che in 79 casi i voli aerei erano più economici dell'alternativa su rotaia, e di molto. Nella metà dei casi, infatti, i treni fanno segnare costi mediamente doppi rispetti agli aerei, con un impatto decisivo sulle scelte di turisti e cittadini che prediligono spesso gli spostamenti ad alta quota.
L'Italia è tra i paesi con i treni più costosi del continente, insieme a Spagna, Belgio, Francia e Regno Unito. Su 15 rotte analizzate che interessano il nostro paese 13 vedono treni più costosi degli aerei con un rapporto di due volte e mezzo.
Le tariffe più basse, rispetto anche ai voli corrispettivi, si trovano per lo più in Europa dell'Est, dove tuttavia le connessioni sono generalmente più lente, meno frequenti ed efficienti. Uno squilibrio che fa male all'ambiente visto che gli aerei inquinano circa 10 volte in più dei treni.
Una questione di tasse
I motivi di un simile divario sono molteplici e sono da ricercare anche nella diversa imposizione a cui sono sottoposti i comparti. Le compagnie aeree godono infatti di esenzione delle tasse sul kerosene e dell'IVA sui voli internazionali, mentre gli operatori ferroviari devono pagare l'energia, l'IVA e le elevate tariffe dei pedaggi.
Greenpeace sostiene che una simile politica avvantaggi ingiustamente il mondo dell'aviazione, nonostante Paesi come la Francia vogliano disincentivare l'uso degli aerei per brevi spostamenti interni a favore del treno.
Le richieste per una parità di condizioni
Greenpeace chiede l'introduzione di semplici ed economici climate tickets per i trasporti ferroviari, dei biglietti a basso costo come quelli introdotti negli anni scorsi in paesi come Austria, Slovenia, Ungheria e Germania. Fine degli sconti su IVA e kerosene per le compagnie aeree e convenzioni per i viaggiatori che sceglieranno le rotaie come alternativa per i loro spostamenti. Infine il ban per i voli a cortissimo raggio.