Se c'è una cosa che faceva gola a tutti fino a qualche anno fa, era il costo irrisorio delle ricariche per le prime auto elettriche. Sconti, agevolazioni e prezzo dell'energia più basso, tutti fattori che oggi sono praticamente scomparsi e in un momento di difficoltà nel mercato delle quattroruote elettriche non è affatto un buon segno.
I nuovi abbonamenti BeCharge
Dal primo novembre BeCharge cambia parte della sua offerta. Per chi non lo sapesse, BeCharge è uno dei principali operatori del settore che conta 18 mila punti di ricarica in Europa. Restano invariati i costi a consumo con tariffe mediamente alte: si parte dai 0,60€/kWh per le colonnine lente in corrente alternata a 22 kW fino ai 0,95€/kWh per le fast oltre i 150 kW.
Fino ad oggi è stato possibile risparmiare acquistando i pacchetti in abbonamento, come ad esempio il Be Regular che noi stessi abbiamo usato più volte: 100 kW a 38€ e quindi 0,38€/kWh. Ma è possibile risparmiare ancor di più scegliendo i pacchetti più grandi come "Be Large 250" (0,36€/100kWh) e "Be Electric 500" (0,35€/kWh).
Dal 1° novembre cambia lo scenario. Spariscono i pacchetti e spuntano degli "abbonamenti" con cui si accede a sconti, e il costo del singolo kWh sale a 0,65€/kWh. Eccoli riassunti:
- 20% di sconto per 9,90€ al mese (ovvero 0,52€/kWh)
- 30% di sconto per 13,90€ al mese (ovvero 0,455€/kWh)
- 40% di sconto per 19,90€ al mese (ovvero 0,39€/kWh)
Facciamo due conti
Immaginiamo di dover consumare 100 kWh, un paio di pieni per un'auto elettrica standard.
Con il piano attuale, scegliendo ad esempio il pacchetto "Be Regular 100", il costo sarebbe di 38€. Con il nuovo piano, attivo dal 1° novembre, sfruttando il piano più costoso da 19,90 euro al mese, 100 kWh costerebbero 39€ più l'abbonamento stesso, e quindi 59€.
Stiamo parlando di un aumento di 21€, pari al 55%. Naturalmente ci sono diverse incognite da tenere in considerazione e questo non è che un esempio, ma il trend è questo e anche gli altri operatori sono orientati verso un aumento dei prezzi.
I motivi sono molteplici e non sempre legati al costo dell'energia. Gli investimenti in corso per lo sviluppo delle infrastrutture pesano infatti sulle casse degli operatori che, adesso, cercano di appianare aumentando i costi alla spina.