Quanto è tecnologica la Mini Aceman, prima auto nativa elettrica del marchio

Abbiamo provato l'ultima arrivata della casa anglo-tedesca, un concentrato di tecnologia e sostenibilità che non rinuncia al piacere di guida

di Greta Rosa - 26/11/2024 12:34

Mini Aceman è la prima auto nativa elettrica della casa anglo-tedesca, un crossover compatto che prende il posto della Clubman e si colloca, per posizionamento (e dimensioni), tra la Cooper e la Countryman. Una “mezza misura” che, in barba ai luoghi comuni, convince, e si rivela la scelta ideale per chi reputa la prima troppo piccola e la seconda troppo voluminosa, senza dover necessariamente scendere a compromessi. Un’auto bilanciata, fedele alla filosofia del marchio, simpatica e frizzante nel design e alla guida, versatile e al passo con i tempi sul fronte dell’innovazione tecnologica.

L’abbiamo provata lungo un tragitto misto che collega Milano al lago di Annone, specchio d’acqua della Brianza, e ci ha convinto. Anzi, addirittura sorpreso.

Mini Aceman: tanta tecnologia (e sostenibilità)

Pur essendo la sorella minore della Countryman, la Mini Aceman ha ben poco da invidiarle: le somiglia, inutile negarlo, non tanto nel design, che nel suo caso è più sbarazzino, quanto negli interni (forse al di sotto delle aspettative in termini di spaziosità) e nel cuore tecnologico. Quest’ultimo “batte” nell’imponente display OLED circolare da 240 mm incastonato nella plancia, già visto sulla Countryman, che richiama il classico tachimetro Mini proiettandolo, però, nel futuro.

È infatti un hub con cui si possono gestire gran parte delle funzioni dell’auto, dalla climatizzazione alla navigazione (ottimo il sistema proprietario), dalle modalità di guida (Go-Kart, Vivid, Core, Green, Timeless, Balance e Trail) all’intrattenimento e tanto altro, alternando i comandi touch a quelli vocali in base alla propria predilezione. Ah, in caso di nostalgia dei tasti fisici, la Toggle Bar posizionata poco sotto il display consente di controllare funzioni quali la chiave di accensione, il freno di stazionamento e gli stili di guida.

L’interfaccia, basata sul Mini Operating System 9, offre un’esperienza utente intuitiva e fluida che ricorda lo smartphone. La presentazione grafica dei dati del veicolo è davvero moderna, con la velocità e lo stato della batteria che rientrano facilmente nel campo visivo del guidatore. Toccando il display della velocità si apre un grande tachimetro a tutto schermo, mentre gli altri widget sono visualizzati in miniatura nel menù iniziale e si possono "scorrere" orizzontalmente.

Proprio con il telefono, la vettura ha uno stretto rapporto biunivoco: si trasforma, a seconda delle esigenze, in una chiave digitale, in un controller per i videogiochi (rigorosamente a veicolo fermo) di AirConsole o in un telecomando con cui parcheggiare l’auto dall’esterno utilizzando la funzione di Remote Parking.

Particolare, e molto apprezzata proprio per la sua unicità, la possibilità di scattare foto e video direttamente dalla telecamera interna dell’abitacolo o di personalizzare lo sfondo del display centrale con le immagini presenti nella galleria del telefono. Un’altra chicca, che riguarda però il posteriore, è la possibilità di personalizzare le firme luminose dei gruppi ottici LED con tre diverse opzioni, controllandole direttamente dallo schermo.

Nel complesso, ed effetto sorpresa suscitato dal display centrale a parte, gli interni colpiscono per il gioco di luci e colori che rende soprattutto durante le ore notturne. E per il discorso sostenibilità: Mini Aceman non è solo un’auto a batteria, dunque a zero emissioni locali, ma funge da baluardo della direzione green inforcata dal marchio negli ultimi anni, visibile non solo nell’essenzialità dell’abitacolo, realizzato in buona parte con materiali riciclati, ma anche dall’alto livello di “riciclabilità” dell’auto a fine a vita e dalla piattaforma che ammicca all’efficienza energetica.

Diverse motorizzazioni

La versione che abbiamo guidato noi è la E con motore elettrico da 135 kW e autonomia secondo WLTP di 310 chilometri, ma in gamma c’è anche la versione SE con potenza di 160 kW e autonomia dichiarata di 406 chilometri e, dai prossimi mesi, la grintosa John Cooper Works di cui non conosciamo ancora i dettagli.

Le prime due motorizzazioni hanno batterie rispettivamente da 42,5 kWh e da 54,2 kWh, con ricarica rapida da 75 kW e 98 kW (in quest’ultimo caso, si passa dal 10% all’80% in circa mezz’ora).

Alla guida, la Mini Aceman ha la spigliatezza e la dinamicità tipica delle più agili vetture elettriche: l’acceleratore risponde celermente e, combinato alla morbidezza dello sterzo, porta il piacere di guida a livelli davvero alti.

Il listino? Si parte da 34.100 euro per l’entry level E, fino ai 44.600 della SE con allestimento JCW.