Non tutti i razzi sono uguali. Quello di cui parliamo oggi è del tutto particolare: apparentemente sembrerebbe una scena comune, un razzo che prende velocità in direzione dell’orbita bassa fino a raggiungere i 7000 km/h, in realtà si tratta del primo al mondo ad esser stato stampato in 3D. A realizzarlo la Relativity Space che, dopo qualche falsa partenza, dei giorni scorsi, è riuscita a far decollare da Cape Canaveral il Terran-1 chiamato “Good Luck, Have Fun”.
Pensate che questo modello per l’85% è stato stampato in 3D, compresi i propulsori, realizzati con una lega proprietaria con 100 parti differenti. I prossimi razzi saranno stampati in 3D addirittura al 95%. I vantaggi di questa tecnica sono molteplici: ci si può costruire da soli quasi tutti i pezzi e si utilizza nel complesso un numero di componenti 100 volte inferiore, abbassando drasticamente i costi di lancio. Anche perché si tratta di razzi riutilizzabili che l’azienda può creare in soli 60 giorni.
Nell’ottica di un futuro interplanetario la stampa 3D è una strada obbligata, per costruire razzi, fonti di energia e perfino le basi come già ipotizzato per i primi insediamenti previsti sulla Luna. Tornando al Terran-1, ha raggiunto oltre 100 km di altezza e superato quasi tutti i test, ma il secondo stadio ha fallito l’accensione ed è poi ricaduto nell’Oceano Atlantico.