Installare una wallbox in casa: le regole, i costi, gli incentivi

Dotarsi di un sistema di ricarica elettrica all'interno del proprio box è davvero complicato (e costoso)? La nostra prova con V2C Trydan installata a Milano su una comune utenza residenziale

di Roberto Catania - 05/08/2024 12:09

I costi dell’elettricità alle colonnine pubbliche e l’avvento degli incentivi stanno spingendo sempre più utenti a dotarsi di una wallbox per ricaricare il proprio veicolo elettrico con più convenienza direttamente da casa.

Ma cosa serve per realizzare un impianto residenziale, quali sono le regole da seguire e i costi da sostenere? Per capirne di più abbiamo voluto effettuare una prova sul campo installando una V2C Trydan in un box privato e indipendente.

Installazione: gli aspetti preliminari da considerare

L’installazione di una colonnina di ricarica all’interno di un box privato è sempre consentita, con le dovute differenze per ciò che riguarda l’allacciamento al contatore: chi – come nel nostro caso - ha un box collegato al proprio contatore privato (ovvero allacciato alla fornitura personale di energia) può agire in modo piuttosto semplice effettuando i lavori di installazione attraverso un professionista certificato (nel nostro caso ci siamo avvalsi di EcoGreen Mobility di Milano, partner autorizzato del brand Trydan).

Chi invece attinge alla rete condominiale, dovrà rispettare in più le disposizioni del Decreto legge 83/2012 e dell’articolo 1102 del Codice Civile che stabiliscono la necessità di informare il condominio ma anche il diritto di ogni comproprietario a utilizzare il bene comune “purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto”.

In buona sostanza, anche nel caso in cui non si raggiunga il consenso condominiale, il singolo può comunque procedere all’installazione di una wallbox a condizione di non pregiudicare l’esercizio e le funzioni degli altri condòmini. Ciò significa anche definire le modalità d’uso e identificare un metodo che consenta all’amministratore del condominio di addebitare in modo certo e accurato le spese di ricarica solo ai condòmini che utilizzano effettivamente l’energia.

In tutti i casi, è necessario valutare anche se la proprietà sia soggetta a Certificato Preventivo antiIncendio, meglio noto come CPI, che regola normalmente i box privati situati in garage interrati con superficie complessiva > 300 mq o più di 10 posti auto. In questi casi sarà necessario effettuare un'analisi tecnica (sempre da parte dell'installatore qualificato) che certifichi l’assenza di aggravio di rischio o l’eventuale modifica necessaria per la conformità.

La scelta della wallbox

La scelta della wallbox dipende da vari fattori, non ultimo quello economico. Per prima cosa va valutata la potenza di ricarica, controllando la capacità del proprio impianto elettrico domestico per determinare la potenza massima gestibile dalla wallbox, nonché la compatibilità con il veicolo. Ciò significa verificare la potenza massima di ricarica supportata dal proprio EV e scegliere – se possibile - una wallbox in grado di fornire la miglior potenza possibile. Occorre poi accertarsi che la wallbox abbia il connettore corretto (Tipo 1, Tipo 2, CHAdeMO, CCS) compatibile con la propria vettura elettrica o ibrida plugin.

Non meno importanti sono tutte le varie funzionalità accessorie per utilizzare il prodotto al meglio. La connettività WiFi o Bluetooth, ad esempio, è indispensabile per il controllo remoto (generalmente via app) di tutte le opzioni di ricarica nonché la cosiddetta gestione dinamica del carico per bilanciare l’energia disponibile tra la wallbox e gli altri dispositivi elettrici di casa.

Il modello scelto per il nostro test è, come detto, V2C Trydan, una wallbox di ultima generazione che si distingue per il suo design minimal ma anche per una serie di specificità a livello tecnico. Il sistema nasce infatti per operare fino a 7,4 kW di potenza massima in monofase, fino a 22 kW in trifase, o in modalità mista, ma anche per agganciarsi direttamente a un impianto fotovoltaico. L’obiettivo è chiaramente quello di lasciare all’utente la massima libertà di scelta per ciò che riguarda l’approvvigionamento energetico, utilizzando – a seconda dei casi – solo l’energia della rete domestica, solo quella proveniente all’inverter collegato alle celle solari o ancora quella prodotta in eccesso. Nel nostro caso abbiamo collegato una V2C Trydan (monofase) a una comune rete domestica da 3kW utilizzando le funzionalità di Controllo Dinamico della Potenza per gestire e monitorare in tempo reale il consumo energetico della casa per caricare il veicolo elettrico alla massima potenza evitando sovracarichi.

Tutte le impostazioni Trydan sono accessibili tramite un’app mobile che si connette alla wallbox mediante rete Bluetooth e/o WiFi. Da qui è possibile visualizzare lo stato della ricarica, attivare o disattivare il controllo dinamico della potenza, impostare le soglie minime e massime di ricarica, pianificare le ricariche ma anche inserire le tariffe energetiche del proprio operatore per avere la stima effettiva dei costi delle ricariche, sia quelle in corso, sia quelle pregresse.

I costi da sostenere (e gli incentivi)

Ok ma quanto si spende – complessivamente – per avere una wallbox casalinga? Al prezzo della wallbox (la V2C Trydan monofase della nostra prova con protezioni incluse e rilevatore di perdite è di circa 1000 euro) va aggiunto il costo dell’installazione che varia da 900 a 2200 euro circa in base alla linea da realizzare e – nello specifico – dalla distanza dalla bobina di sgancio e dai metri di cavo necessari per il collegamento della wallbox al contatore. Nel caso di condomini soggetti a CPI, inoltre, ci sarà da valutare il costo del progetto e conseguente dichiarazione di conformità da consegnare all’amministratore di Condominio.

La possibilità di usufruire di incentivi è senza dubbio un aspetto da tenere bene a mente prima di effettuare un intervento di questo tipo. Nel momento in cui scriviamo, ad esempio, in Italia è possibile usufruire del bonus previsto dal Decreto direttoriale 12 giugno 2024 del Ministero delle Imprese e del Made in Italy che copre fino all'80% delle spese sostenute per l'acquisto e l'installazione della colonnina, con un importo massimo di 1.500 euro per ogni sistema di ricarica (se a fare richiesta è una persona fisica) e fino a 8.000 euro nel caso il bonus venga richiesto per un edificio condominiale.

Il bonus, si legge nel sito dell’iniziativa, è aperto a tutti i cittadini privati, i condomini e le imprese che installano una colonnina di ricarica conforme allo standard Modo 3 trifase o monofase, come la V2C Trydan della nostra prova, con un ammontare complessivo di 20 milioni di euro per il 2024.

Articolo realizzato in collaborazione con V2C