Già 1500 i taxi a idrogeno che circolano a Parigi

La capitale francese sta diventando un modello, un campo di prova per lo sviluppo di servizi di mobilità a basso impatto ambientale grazie a diverse flotte di veicoli a idrogeno

di Gabriele Arestivo - 05/12/2024 13:40

Parigi sta guidando una rivoluzione silenziosa nella mobilità urbana, con 1500 taxi a idrogeno che solcano quotidianamente le sue strade. Questi veicoli hi-tech sono molto più di un semplice esperimento: un esempio concreto di trasporto sostenibile applicato ad una metropoli congestionata.

Un modello diverso dal nostro

Una delle chiavi del successo parigino risiede in un modello organizzativo radicalmente diverso da quello italiano. I tassisti francesi non sono infatti proprietari dei loro mezzi, ma dipendenti di aziende che gestiscono integralmente il parco auto, compresi i costi di manutenzione e rifornimento. Questa struttura elimina le barriere economiche che in Italia renderebbero difficile l'adozione di veicoli a idrogeno. Le partnership strategiche – come quella tra Toyota, Total Energy e le autorità locali – hanno reso possibile questo salto tecnologico, con ben nove stazioni di rifornimento già operative a Parigi.

I vantaggi economici e tecnologici dell'Idrogeno

Per i tassisti parigini, l'adozione dei veicoli a idrogeno è un vantaggio economico e operativo significativo. Toyota Mirai è il modello "protagonista" di questa rivoluzione, offrendo un'autonomia di circa 500 km con un pieno, che nella capitale, costa tra 85 e 100 euro.

Il rifornimento rapido – solo 5 minuti – permette ai taxi di tornare immediatamente in servizio, massimizzando i tempi di lavoro. Inoltre, la tecnologia delle celle a combustibile garantisce emissioni praticamente nulle, con il solo scarico di vapore acqueo.

Prospettive per l'Italia: Sfide e Opportunità

E l'Italia? La posizione del Belpaese è attualmente diversa. Con sole due stazioni di rifornimento a idrogeno (a Bolzano e Mestre) e un sistema di taxi basato su cooperative di lavoratori autonomi, la strada verso l'adozione di massa di una flotta di veicoli a idrogeno appare più complessa.

Tuttavia, i 230 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza promettono di portare a 38 stazioni entro il 2026, aprendo nuove prospettive. Sarà fondamentale il monitoraggio del costo dell'idrogeno, attualmente troppo elevato (18-20 euro al kg), e lo sviluppo di nuove tecnologie atte alla produzione della "variante verde", ovvero prodotta tramite energia generata con fonti rinnovabili.