Dopo mesi di stallo, il mercato dell’elettrico in Italia sta iniziando a dare segnali di ripresa. Nei primi quattro mesi del 2025, le immatricolazioni di auto full electric hanno toccato il 5,07%, quasi il doppio rispetto al 2,76% registrato nello stesso periodo del 2024. Un dato che non basta a parlare di svolta, ma che indica un’inversione di tendenza. La crescita resta graduale e condizionata da fattori noti: un’infrastruttura a macchia di leopardo, il nodo dei costi, la diffidenza sull’autonomia. Eppure, il settore si muove. Chi investe nella rete di ricarica punta ad anticipare la domanda, per accompagnare la transizione e trasformare la ricarica in un’abitudine semplice e accessibile.
Tra questi, Ewiva: la joint venture tra Enel X e Gruppo Volkswagen, nata proprio con l’obiettivo di dare una scossa alla mobilità elettrica italiana, continua ad allargare la sua rete. Nel primo trimestre del 2025 ha attivato 97 nuovi punti di ricarica, distribuiti su 23 stazioni. Le aperture coprono tutto il territorio nazionale, dai centri urbani alle province, dalle principali arterie di mobilità ai piccoli comuni. È un'espansione che punta alla capillarità più che alla spettacolarità, e che scommette sulla quotidianità dell’elettrico.
Dalle grandi città ai comuni minori: una rete che si allarga
Le nuove colonnine sono arrivate a Roma e Torino, ma anche a Potenza, Loceri, Montalto di Castro. In Emilia-Romagna, cinque nuovi siti; in Veneto, altrettanti. L’idea è chiara: rendere la ricarica accessibile ovunque, anche fuori dalle rotte principali. Non solo autostrade, quindi, ma anche vie secondarie, centri commerciali, aree di sosta con servizi utili per chi deve fermarsi 15 o 30 minuti. Le colonnine installate da Ewiva sono esclusivamente di tipo HPC (High Power Charging), con potenze fino a 350 kW. In parole semplici: ricariche in meno tempo, ma a patto di avere auto che supportino questi standard.
Prezzi e pagamenti: l’iniziativa di maggio
Uno dei nodi principali della transizione elettrica resta, però, la percezione dei costi. La ricarica ultra-rapida, comoda e performante, spesso costa di più. Per questo Ewiva ha lanciato, per il mese di maggio, una promozione che consente, a chi ricarica pagando con carta o bancomat sulle colonnine dotate di tecnologia contactless, di accedere a una tariffa scontata del 30%, a 0,65 €/kWh anziché 0,95 euro (l’offerta è valida su tutto il territorio nazionale).
Infrastruttura pubblica: a che punto siamo
Ma a che punto è davvero la rete di ricarica in Italia? Secondo i dati di Motus-E aggiornati al 31 marzo 2025, l’Italia conta oggi circa 65.992 punti di ricarica pubblici, molti dei quali sono concentrati in aree urbane o extra-urbane, ma ancora pochi lungo le direttrici strategiche del Mezzogiorno e nelle aree interne (la spartizione è 57% al nord, 20% al centro e 23% al sud e nelle isole). Il risultato è che molti automobilisti, soprattutto nelle regioni meno coperte, esitano ancora a fare il “salto elettrico” per paura di restare a secco.
Operatori come Ewiva - che agiscono come Charge Point Operator, ovvero gestori di infrastrutture - svolgono un ruolo determinante in questa fase di transizione, ma non possono fare tutto da soli: serve una visione più ampia, che includa pianificazione pubblica, agevolazioni fiscali, semplificazione autorizzativa e una maggiore informazione all’utente.
Oltre le colonnine: la vera sfida è culturale
Accanto alla crescita dell’offerta, si sta quindi delineando un contesto sempre più favorevole per la diffusione della mobilità elettrica. Gli utenti iniziano a familiarizzare con tempi, costi e modalità di ricarica, ma perché la transizione diventi davvero strutturale serve anche una disponibilità ad abbracciare un cambiamento che è, in parte, culturale. In questo senso, la crescita dell’infrastruttura è un tassello fondamentale, ma da sola non basta.
Il 2025 si sta quindi rivelando un anno di assestamento, ma anche di opportunità. Iniziative come la promozione lanciata da Ewiva a maggio, pensata per rendere la ricarica ultra-veloce più conveniente e accessibile, sono segnali concreti di attenzione all’utente. La transizione passa anche da qui: dal rendere il cambiamento semplice, utile e a portata di tutti. E da una rete che cresce con l’idea non solo di anticipare la domanda, ma di accompagnarla.
Contenuto sponsorizzato da Ewiva