Gli scorsi mesi l’iter per l’approvazione della direttiva UE sullo stop alla vendita di auto endotermiche in Europa a partire dal 2035 ha subìto un rallentamento causato dal “no” di alcuni Paesi, primi fra tutti Germania e Italia.
Nelle ultime ore la situazione si sarebbe sbloccata: la Germania ha trovato l’accordo con Bruxelles sulla possibilità di commercializzare anche le auto endotermiche alimentate con i cosiddetti “e-fuel” (e non più solo le elettriche), carburanti sintetici composti da idrogeno con l’aggiunta di anidride carbonica. Una procedura dai costi elevati – un litro costa circa 10 euro - che richiede inoltre un grande dispendio di acqua, ma che per l’Unione Europea risulta a tutti gli effetti una strada percorribile.
L’Italia, rimasta per ora a bocca asciutta, è invece grande sostenitrice dei biocarburanti, combustibili di origine vegetale e animale che la Commissione UE ha per ora deciso di non inserire in agenda.
Tra i produttori di biocarburanti in Italia spicca Eni, che ha già reso disponibili in circa 50 stazioni di servizio con l’obiettivo di espandere a breve termine la rete (il biodiesel costa circa dieci centesimi in più rispetto a quello tradizionale).