Chi ha mai detto che l’elettrico non possa essere sinonimo di divertimento? Per sfatare questo mito, ci siamo immersi nel cuore (a batteria) dell’innovazione automobilistica: il campionato mondiale di Formula E, tappa di Misano inaugurata questa stagione, la decima.
Uno sport motoristico senza ruggiti potenti suona paradossale, ma è tutto fuorché illogico: le case automobilistiche hanno investito miliardi di euro in questa disciplina per dare una spinta all'elettrificazione. Esattamente come per la Formula Uno e la MotoGP, anche la Formula E è un grande laboratorio a cielo aperto, dove la sfida non è solo tra i piloti in gara. Dentro e fuori dal circuito si testano infatti le innovazioni che in tempi non troppo lontani vedremo a bordo delle vetture a zero emissioni di serie, non a caso l'area ricerca e sviluppo delle case partecipanti condivide la scrivania con quella del motorsport.
Velocità ed efficienza
Le monoposto elettriche di Formula E, giunte alla terza generazione, sono bolidi da 350 kW (l'equivalente di 470 CV) che toccano i 322 km/h e sono alimentati da batterie ad alte prestazioni da 47 kWh che si ricaricano in meno di quindici minuti. A breve verranno perfino introdotti i pit-stop per la ricarica, con cui verranno aggiunti in corsa ulteriori 4 kWh di energia in soli 30 secondi.
La velocità non è però l'unica chiave del successo in Formula E: l'efficienza delle auto e la corretta gestione dell'energia sono alla base di una gara ben riuscita.
Nel caso di Porsche, che gareggia dal 2019 con un team proprietario (insieme a Tag Heuer), e che ha di recente prolungato la partnership con FIA fino al 2026, si tratta di un requisito imprescindibile. Tanto che piloti e team si allenano sulla pista di prova o al simulatore per imparare a "percepire" la 99X Electric e capire quanto sia in grado di recuperare (dunque immagazzinare energia) nel modo migliore. Come ci ha raccontato Thomas Laudenbach, Vice President Porsche Motorsport, le auto che gareggiano nel campionato riescono a recuperare fino al 40-45% dell'energia in staccata, grazie alla frenata rigenerativa.
Considerando che in Formula E è vietata la telemetria in tempo reale tra il box e l'auto (è la sola Federazione a poter leggere i dati in diretta per una questione di sicurezza), una buona gestione dell'energia non è un gioco da ragazzi ed è tutta nelle mani dei piloti, che devono settare la guida pensando alla carica prima ancora che alla velocità e diventano un tramite fondamentale tra ciò che accade in gara e la squadra.
Insomma, un bel mix di agonismo e divertimento (che c'è, eccome, in barba ai detrattori), ma soprattutto un luogo dove si respira una ventata di innovazione destinata a investire l'intero settore automotive.