Il nuovo Autopark di Tesla si basa solo sulle telecamere

Abbiamo provato il nuovo sistema di parcheggio automatico basato sulla visione e non funziona affatto male

di Greta Rosa - 31/07/2024 12:55

Sono passati circa tre anni da uno degli annunci più inattesi (e insoliti) di Tesla, che anticipava l'intenzione futura di eliminare i sensori a ultrasuoni e il radar dai modelli della gamma in favore delle sole telecamere. Un unicum in un settore, quello automotive, in cui i sistemi avanzati di assistenza alla guida (i cosiddetti "ADAS") fanno di una combinazione di sensori, radar e telecamera il proprio organo vitale.

Detto, fatto: nel 2021 è iniziata ufficialmente la transizione a Tesla Vision, nome di battesimo del sistema proprietario che utilizza le telecamera e l'elaborazione della rete neurale per fornire l'Autopilot e le funzioni collegate. Prima con la rimozione del radar da Model 3 e da Model Y (in alcune regioni), poi da Model S e Model X l'anno successivo, in tandem con la graduale eliminazione anche dei sensori a ultrasuoni (USS) e l'arrivo di un sistema di riconoscimento degli oggetti circostanti l'auto che potesse sostituire degnamente il loro lavoro.

La transizione a Tesla Vision

Come chiunque affronti una fase di passaggio, anche Tesla ha dovuto fare i conti con una manciata di intoppi e rallentamenti, non senza il sottofondo delle polemiche degli utenti, intimoriti dall'idea di affidarsi unicamente alle telecamere. La casa di Elon Musk ha dapprima limitato l'uso di alcune funzioni di guida assistita sui primi veicoli senza ultrasuoni immessi sul mercato, poi, una volta arrivate, ha rilasciato una serie di aggiornamenti software che limassero le criticità per confezionare un sistema più prestante e sicuro.

Fino all'annuncio, avvenuto qualche mese fa, di un nuovo sistema di parcheggio automatico basato proprio sulla visione, una rivisitazione in chiave moderna dell'Autopark presente sui veicoli Tesla con sensori di prossimità ultrasonici. Dapprima appannaggio di un ristretto numero di tester, ora disponibile invece su alcuni modelli di ultima generazione.

Come funziona il nuovo Autopark di Tesla

La nuova funzionalità di Autopark, che noi abbiamo provato sulla Model Y, permette al veicolo di rilevare i parcheggi liberi circostanti mentre si guida a bassa velocità (16 km/h per i parcheggi perpendicolari e 24 km/h per quelli paralleli). Una volta individuato uno spazio disponibile, il sistema proietta un'immagine 3D dei parcheggi sul display dell'infotainment. L'utente può quindi selezionare lo spazio desiderato semplicemente toccando l'area sullo schermo.

La manovra di parcheggio viene eseguita con discreta precisione: grazie alle telecamere e alle reti neurali, il sistema mostra in tempo reale il feed video delle telecamere, insieme a una simulazione di ciò che il veicolo sta facendo. Meglio di un videogioco.

Secondo alcuni utenti in rete (e anche stando alla nostra modesta considerazione), l'Autopark basato su Tesla Vision sembra essere più efficiente rispetto alla precedente versione che utilizzava ultrasuoni e radar. Chiaramente, come ogni tecnologia, presenta alcune limitazioni: in condizioni di scarsa visibilità, su strade in pendenza, o in spazi estremamente stretti potrebbe non funzionare. Peccato che il vero problema, specie per chi vive in città, adesso rimanga uno solo: trovarne, di parcheggi liberi.