Le auto a idrogeno sono spesso descritte come il futuro della mobilità sostenibile: zero emissioni, tempi di rifornimento rapidi e autonomie paragonabili ai veicoli termici. Eppure la realtà attuale del mercato racconta una storia leggermente diversa, per lo meno sul fronte della loro diffusione. Nel primo trimestre del 2024, le vendite globali di veicoli passeggeri a idrogeno sono calate del 36,4% rispetto allo stesso periodo del 2023. Un trend negativo che segna una crisi sempre più evidente per una tecnologia che sta facendo fatica a trovare spazio nell’industria automobilistica.
Toyota e Hyundai, i due principali sostenitori di questa tecnologia, stanno da qualche tempo riscontrando non poche difficoltà lato vendite. La Toyota Mirai, che nel 2021 aveva registrato quasi 6000 unità vendute, è arrivata a sole 1778 unità nel 2024. Hyundai, dal canto suo, ha visto un calo drastico delle vendite della Nexo, con -66,2% rispetto all'anno precedente. Nonostante la presentazione del concept Initium, che anticipa un nuovo modello fuel cell, la casa coreana sta lottando contro una domanda sempre più debole.
Un mercato in contrazione e le cause del declino
Le ragioni di questa crisi sono diverse. Innanzitutto, la produzione di idrogeno verde, essenziale per rendere questa tecnologia davvero ecologica, resta estremamente costosa. Il costo dell’infrastruttura per la distribuzione del carburante è elevato e, in molti paesi, le stazioni di rifornimento sono quasi inesistenti. In Italia, ad esempio, esistono attualmente solo due punti di rifornimento attivi, rendendo l’adozione di queste vetture praticamente impossibile per la maggior parte degli automobilisti.
Stesso discorso per i prezzi dell’idrogeno al dettaglio, spesso proibitivi. Negli Stati Uniti, il costo per un pieno di una Toyota Mirai o di una Hyundai Nexo ha raggiunto i 200 dollari, una cifra difficilmente sostenibile per il consumatore medio. Non sorprende, quindi, che anche in California, uno dei pochi mercati occidentali in cui le auto a idrogeno avevano trovato spazio, le vendite siano crollate del 69,5% rispetto all’anno scorso. Anche i generosi incentivi governativi, che in passato avevano sostenuto il settore, sembrano non essere più sufficienti a invertire il trend.
Un futuro incerto tra Europa e veicoli commerciali
Nonostante il quadro poco incoraggiante, esistono alcune eccezioni. In Europa, ad esempio, le vendite della Toyota Mirai sono aumentate del 137,4% nel primo trimestre del 2024, sebbene i numeri restino estremamente bassi (424 unità vendute). Allo stesso tempo, mentre il mercato delle auto passeggeri a idrogeno si contrae, il settore dei veicoli commerciali a lunga percorrenza sta dimostrando maggiore vitalità. La Cina, ad esempio, sta puntando con decisione sull’idrogeno per camion e autobus, conquistando la prima posizione globale nel settore.
La Corea del Sud, un tempo leader nel mercato delle fuel cell, ha visto la sua quota di mercato scendere al 26,5%, con una riduzione del 67% rispetto all’anno precedente. Il governo coreano sta ora riconsiderando la sua strategia e sembra intenzionato a concentrare gli investimenti sui veicoli commerciali anziché su quelli passeggeri. Una mossa simile potrebbe essere seguita da altri paesi, come Germania e Giappone, che stanno cercando di trovare un ruolo per l’idrogeno nel panorama della mobilità sostenibile.
La fine di un sogno?
L’idrogeno come alternativa per le auto passeggeri sembra sempre più lontano dalla realtà. Sebbene la tecnologia fuel cell abbia ancora margini di sviluppo, il mercato sta lanciando segnali inequivocabili: senza un’infrastruttura adeguata, costi di produzione più bassi e una domanda solida, le auto a idrogeno rischiano di rimanere un sogno irrealizzabile. Ma la speranza resta.