Nel 2024 l’Italia potrebbe lanciare un piano di leasing “sociale” per l’acquisto di auto elettriche o a limitato impatto ambientale, rivolto alle famiglie con basso reddito. Si tratta di un’idea già attuata in Francia, che consiste nel fatto che lo Stato compra il veicolo e lo concede ai cittadini, che pagano un canone mensile contenuto.
La misura ha due finalità: da una parte, promuovere la diffusione di auto più ecologiche e sostenibili, utilizzando i fondi inutilizzati dell’Ecobonus, destinato alle auto elettriche e ibride plug-in; dall’altra, eliminare dal circolante 10 milioni di veicoli obsoleti, il 27% del parco automobilistico, stimolando la rottamazione.
A chi è rivolto il leasing sociale?
Si pensa che possano beneficiarne le famiglie con un reddito ISEE di 14.000 euro, che potranno avere nuove auto elettriche con un canone mensile tra 75 e 125 euro. Il canone sarebbe calcolato da un algoritmo che tiene conto dell’Isee, della categoria dei veicoli da rottamare (da Euro 0 a Euro 3), e del tipo di auto scelta, per creare una graduatoria di assegnazione.
Il locatario del leasing avrebbe a disposizione l’auto per diversi anni senza esserne direttamente proprietario, con una durata contrattuale ipotizzabile intorno ai tre anni. Al termine del contratto, avrebbe la possibilità di restituire l’auto allo Stato o di pagare un importo prestabilito per diventarne proprietario definitivo. Non si tratterebbe di un noleggio a lungo termine in cui l’auto viene solamente restituita.
Chi paga l'assicurazione?
Restano da definire alcuni aspetti relativi ai costi di gestione dell’auto, come ad esempio l’assicurazione, la manutenzione e la ricarica. Chi li paga? Lo Stato o l’automobilista che usufruisce del leasing sociale? Inoltre, lo Stato potrebbe introdurre un limite di percorrenza massima totale e delle penali in caso di superamento o di restituzione in cattive condizioni.
L’Automobile Club Italia (ACI) è il promotore di questa iniziativa e si candida a gestire il parco auto, in dialogo con tre Ministeri (Infrastrutture, Imprese, Ambiente). Il presidente Angelo Sticchi Damiani dichiara che si attende un prossimo incontro e che sarebbe essenziale iniziare il test nel 2024, anche con poche vetture, per poi migliorare lo strumento. L’Italia segue l’esempio della Francia, dove dal 1 novembre 2023 sono partite le prime richieste ed a gennaio saranno consegnate le vetture allo Stato per l’assegnazione alle famiglie.