Immaginate di guidare un'automobile con la sola forza dello sguardo. No, la psicocinesi vera e propria è un'altra cosa, eppure è facile assimilare gli ultimi progressi tecnologici a una sorta di parapsicologia 4.0. La "magia" è tutta in una funzione nota come eye tracking, tracciamento oculare (o per meglio dire, oculometria), che non rappresenta una novità tout court, ma che nel segmento mobile è tutt'oggi un'innovazione.
Uno degli ultimi smartphone presentati sul mercato, l'Honor Magic6 Pro, ne è provvisto, ed è stato l'intermediario tra noi e un'automobile equipaggiata con l'intelligenza artificiale e guida autonoma per provare un'esperienza del tutto inedita: accendere, spostare avanti e indietro e spegnere la vettura con il solo uso degli occhi.
Come funziona l'eye tracking
Prima di addentrarci nel racconto della nostra esperienza, è bene soffermarci qualche istante sulla funzionalità di cui sopra, l'eye tracking. L'ultimo top di gamma della casa cinese utilizza un sensore frontale ToF (Time of Flight) 3D per captare il movimento del bulbo oculare dell'utente. Qui entrano in gioco l'AI proprietaria del marchio e i suoi algoritmi, che riconoscono e determinano con esattezza le coordinate approssimative dello sguardo sul display. La funzione, per ora non ancora attiva in Europa, ha come centro di controllo la Magic Capsule, il piccolo ovale nero in cima allo schermo che nasconde i sensori (la risposta di Honor alla Dynamic Island degli iPhone di ultima generazione) e che basterà fissare per attivare la funzione corrispondente alle diverse notifiche che abiliteranno il tracciamento oculare.
Ciò non significa che, nel prossimo futuro, grazie all'eye tracking di Honor potremo governare una vettura con lo sguardo. Quella provata durante il Mobile World Congress di Barcellona è stata una demo sperimentale volta a mostrare le potenzialità future dell'eye tracking su smartphone, dipanando scenari improbabili, se non impossibili, da attuare nel breve periodo. E magari nemmeno nel lungo.
Quel che ad oggi promette il tracciamento oculare applicato al segmento mobile è di semplificare in modo intuitivo e immediato piccoli gesti della quotidianità, come scorrere una ricetta con gli occhi quando si hanno le mani in pasta o aprire messaggi con lo sguardo.
Guidare con gli occhi
Per poterci consentire di "guidare con gli occhi", lo smartphone necessita di un'app proprietaria, MagicDrive, con cui interagire con l'automobile tramite la connessione Wi-Fi. L'interfaccia è essenziale e lascia spazio a pochi tentennamenti: è bastato fissare intensamente (e in sequenza) le opzioni di accensione, accelerazione, retromarcia e spegnimento per far eseguire all'auto le funzioni corrispondenti. Certo, la tecnologia necessita di piccoli lavori di fino e noi di allenamento "oculare" (i sensori sono ipersensibili ed è facile attivare involontariamente altre opzioni con lo sguardo), ma il risultato finale è a dir poco sorprendente.
Che sia un'imminente rivoluzione delle interazioni uomo-dispositivo o un'acerba preview di futuri remoti, ancora non si sa. Quel che è certo è che il progresso della tecnologia procede a passo spedito e la sensazione è che ci ritroveremo noi ad arrancare dietro a lui, e non più il contrario.