Nel 2023 l’Italia ha fatto un grande passo avanti verso la transizione energetica, aumentando la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e riducendo la dipendenza dalle fonti fossili. Secondo i dati preliminari di qualenergia.it, le rinnovabili hanno soddisfatto il 37,6% della domanda elettrica nazionale, con un incremento di oltre il 17 TWh rispetto al 2022. Se si considera solo la produzione interna, senza contare gli scambi con l’estero, la percentuale sale al 44,7%, un record storico per il nostro Paese.
Questi risultati sono frutto di una crescita costante delle fonti green, che hanno raggiunto dei picchi impressionanti in alcune settimane dell’anno. In particolare, tra il 5 e il 11 novembre, le rinnovabili hanno coperto più della metà del fabbisogno elettrico italiano, arrivando addirittura al 68,3% il 5 novembre. Si tratta di valori eccezionali, che dimostrano il potenziale delle fonti pulite nel nostro territorio.
Secondo queste stime ancora ufficiose, a guidare il comparto è come sempre l'idroelettrico che ha contribuito con 40,3 TWh(13% del fabbisogno), a seguire il fotovoltaico con ben 30,6 TWh (9,9%) e l'eolico, con 23,4 TWh (7,6%).
Il Portogallo ci mostra la via
L’Italia non è l’unica nazione europea ad aver fatto progressi nel campo delle rinnovabili. Il Portogallo, infatti, ha stabilito un record che ha fatto il giro del mondo: tra il 31 ottobre e il 6 novembre, il paese lusitano ha prodotto più energia rinnovabile di quella necessaria a coprire il suo fabbisogno interno. Per 149 ore consecutive, il Portogallo non ha avuto bisogno di bruciare carbone, petrolio o gas per alimentare le sue case e le sue industrie. Anzi, ha anche esportato in Spagna l’energia in eccesso, guadagnando sul mercato elettrico.
Questo esempio ci fa capire che il 100% di rinnovabili non è un’utopia, ma una possibilità concreta. Certo, ci sono ancora molte sfide da affrontare, come la variabilità delle fonti, la gestione della rete, lo stoccaggio dell’energia e la riduzione dei costi.