Primo kg di idrogeno verde prodotto in mare aperto: ecco l'HOPE Project da 10 MW

Dall'Europa sono arrivati 20 milioni di euro, l'impianto è tra i primi al mondo nel suo genere e permetterà la produzione e la commercializzazione dell'idrogeno verde già nel 2026

di Gabriele Arestivo - 29/06/2023 11:46

A pieno regime la piccola piattaforma Sealhyfe sarà in grado di produrre fino a 400 kg di idrogeno al giorno. La particolarità di questo progetto è la sua collocazione in mare aperto: HOPE (Hydrogen Offshore Production for Europe) è infatti collocato nel Mare del Nord, a largo delle coste del Belgio. 

Cosa significa idrogeno verde

Si parla tanto di idrogeno ma non molti sanno che esistono diverse declinazioni di questo elemento. Non parliamo tuttavia di chimica ma di metodo di produzione, per HOPE si prevede solo ed esclusivamente la produzione della variante più pulita. Vediamo le principali differenze. 

  • Idrogeno verde: è prodotto utilizzando fonti di energia rinnovabile, come l'energia solare, eolica o idroelettrica, attraverso il processo di elettrolisi dell'acqua. Durante questo processo, l'acqua viene suddivisa nei suoi componenti, ossigeno e idrogeno, utilizzando energia elettrica rinnovabile. L'idrogeno verde è considerato la forma più pulita di idrogeno, in quanto non produce emissioni di carbonio durante la sua produzione.
  • Idrogeno Grigio: è prodotto utilizzando gas naturale o carbone come materia prima attraverso il processo di steam methane reforming (SMR) o di carbone con gasificazione. Durante questi processi, il gas naturale o il carbone vengono reagiti con il vapore acqueo per produrre idrogeno. Tuttavia, queste metodologie generano emissioni di anidride carbonica (CO2) come sottoprodotto, rendendo l'idrogeno grigio un'opzione meno sostenibile dal punto di vista ambientale.
  • Idrogeno Blu: è simile all'idrogeno grigio nel senso che viene prodotto utilizzando fonti di gas naturale o carbone. Tuttavia, a differenza dell'idrogeno grigio, durante la produzione di idrogeno blu si catturano e si immagazzinano le emissioni di CO2 generate, evitando che si disperdano nell'atmosfera. L'uso di tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) consente di ridurre significativamente l'impatto ambientale dell'idrogeno blu rispetto all'idrogeno grigio.

Come funziona HOPE

Immaginiamo questo progetto come un sistema integrato che prevede una turbina eolica flottante da 1 MW che fornisce l'energia elettrica necessaria alla piattaforma Sealhyfe dove si produce effettivamente l'idrogeno attraverso un elettrolizzatore da 1 MW fornito da Plug (azienda olandese, da non confondere con Plug Power). 

Si utilizza banalmente l'acqua del mare e il vento, l'idrogeno prodotto verrà poi trasportato a terra tramite delle apposite condotte che collegano HOPE alla terra ferma. 

Il consorzio che segue il progetto si è assicurato nei giorni scorsi un finanziamento di 20 milioni di euro dall'Unione Europea. Dopo questa fase e dopo aver prodotto già idrogeno bisognerà testare le piattaforme galleggianti in condizioni atmosferiche avverse, dopo di che si passerà all'espansione del sistema per poter raggiungere i 10 MW previsti e la commercializzazione. Sulla tabella di marcia si legge il 2026. 

Produrre idrogeno verde non è semplice e le tecnologie in gioco non hanno ancora permesso di abbattere i costi, ci sta provando in Italia anche il gruppo Maire che presto attiverà in collaborazione con Q8 anche una stazione di rifornimento di idrogeno a Roma.