In Norvegia sono stati scoperti enormi giacimenti di roccia fosfatica che conterrebbero abbastanza materiali da soddisfare la domanda globale di batterie, pannelli fotovoltaici e fertilizzanti per i prossimi 100 anni. La scoperta risale al 2018 ed è opera della società Norge Mining, che negli ultimi mesi ha ottenuto il permesso di avviare la produzione mineraria dopo una lunga fase di esplorazione.
Si stima che il deposito contenga 70 miliardi di tonnellate di fosfato, battendo il record del giacimento più grande del mondo sito nella regione del Sahara Occidentale del Marocco (fermo a 50 miliardi) e sfiorando le riserve mondiali verificate dall’US Geological Survey nel 2021, che ammontano a 71 miliardi di tonnellate.
Minor dipendenza e prezzi più contenuti
Il ritrovamento norvegese consentirebbe all’Europa di allentare la dipendenza dalle importazioni di fosfato dal resto del mondo (in particolare da Cina, Iraq e Siria), compromesse dalla guerra in Ucraina e da un progressivo esaurimento di risorse, e ad abbassare i costi.
Oltre ai pannelli fotovoltaici, ai fertilizzanti e a semiconduttori e chip per computer, il fosfato è un elemento impiegato nella produzione delle batterie per auto elettriche, quelle al litio-ferro-fosfato, che costituiscono ancora una minoranza rispetto alle più comuni batterie agli ioni di litio sebbene alcune case automobilistiche ci stiano scommettendo (tra tutte la cinese BYD, che le ha rese il suo tratto distintivo). Non a caso l'Unione Europea lo ha incluso nella proposta di legge sulle materie prime critiche lo scorso marzo, ora in fase di esaminazione in Parlamento UE e con gli Stati membri in vista di una sua possibile approvazione definitiva entro la fine dell’anno.
L'UE non è convinta
Il governo norvegese si è dichiarato favorevole al progetto, ma non l’Unione Europea: la Commissione europea considera il fosforo e la roccia fosfatica “minerali critici” e non “strategici”, non rientranti dunque, ad oggi, nei suoi piani di finanziamento. Norge Mining, in ogni caso, ha già catturato l’attenzione di aziende statunitensi e giapponesi.