Tra i grattacieli e l'asfalto di Milano, gli alberi del BAM (Biblioteca degli Alberi di Milano) stanno silenziosamente facendo la differenza per l’ambiente e la salute dei cittadini.
Da novembre dello scorso anno a oggi, hanno immagazzinato oltre 100 tonnellate di CO2 e rimosso 570 grammi di sostanze nocive (tra cui polveri sottili, monossido di carbonio e biossido di azoto) dall'atmosfera. Un risultato non indifferente, considerando che questa quantità potrebbe aumentare fino a 71 kg entro la fine dell’anno. Non si tratta di numeri astratti, ma dei dati raccolti da 300 sensori IoT installati sugli alberi dell'area nell'ambito del progetto Prospettiva Terra. Secondo le stime, una zona alberata in città può migliorare la qualità dell’aria fino al 30% in più rispetto a un’area senza alberi.
Questi dispositivi, sviluppati da Stefano Mancuso e PNAT, società spin-off dell’Università di Firenze, rilevano le frequenze di oscillazione dell’albero nel tempo e inviano dati utili per analizzare il rischio di cadute, rendendo molto più semplice la loro gestione per le autorità pubbliche, al contrario dei tradizionali criteri di valutazione (come il VTA) che richiedono più tempo e denaro.
Il progetto Prospettiva Terra non interesserà solo il BAM, ma si estenderà anche altre aree di Milano.