Il Giappone si prepara a testare una tecnologia sviluppata da decenni ma mai messa in pratica su larga scala: trasmettere energia solare dallo spazio alla Terra. Entro il 2026 è previsto il lancio di un satellite sperimentale che raccoglierà elettricità in orbita e la invierà a una stazione ricevente tramite microonde. Il progetto, chiamato Ohisama (in giapponese "sole") e coordinato dall’ente Japan Space Systems, punta a dimostrarne la fattibilità tecnica e si inserisce in una corsa alla ricerca che ha già visto esperimenti simili negli Stati Uniti.
Energia dall'orbita terrestre
Le dimensioni del satellite sono relativamente modeste: parliamo di 180 chilogrammi di tecnologia volante equipaggiata con un pannello fotovoltaico di appena 2 metri quadrati. Questa piccola gemma tecnologica orbiterà a 400 chilometri d'altezza, raccogliendo energia solare che verrà poi trasmessa sul nostro pianeta.
Come spiegato da Koichi Ijichi, consulente presso il Japan Space Systems, durante l'International Conference on Energy from Space, il satellite sarà in grado di generare circa 1 kilowatt di energia – sufficiente per alimentare un piccolo elettrodomestico per un'ora. Un risultato ancora lontano dall'utilizzo commerciale, ma che dimostra a tutti gli effetti la fattibilità di questa visione.

Le microonde: un ponte invisibile di energia
La vera particolarità di questo sistema risiede nella trasmissione dell'energia attraverso le microonde, una soluzione che permette al flusso energetico di attraversare nuvole e condizioni atmosferiche avverse senza perdite significative. L'energia solare raccolta dal pannello spaziale caricherà una batteria, verrà poi convertita in microonde e inviata verso una serie di antenne riceventi sulla Terra, chiamate "rectenna".
La sfida principale è rappresentata dalla velocità orbitale del satellite, che sfreccia a circa 28.000 km/h. Per questo motivo, gli elementi dell'antenna ricevente dovranno essere distribuiti su una distanza di circa 40 chilometri, con spazi di 5 chilometri tra l'uno e l'altro. Il processo di trasmissione durerà solo pochi minuti, dopodiché la batteria del satellite impiegherà diversi giorni per ricaricarsi completamente.
Dal test terrestre alla frontiera cosmica
Il percorso verso questa innovazione non è stato certamente immediato: nel 2015, i ricercatori giapponesi hanno raggiunto un primo passo significativo trasmettendo wireless 1,8 kilowatt di potenza su una distanza di 55 metri con estrema precisione. Test successivi hanno dimostrato la scalabilità della tecnologia, arrivando a trasmettere 10 kilowatt su 500 metri.
Il piano prevede ora un esperimento in cui l'elettricità verrà trasmessa da un aereo in volo a 7.000 metri fino a un ricevitore a terra, prima del test definitivo con il satellite. I sistemi di controllo del raggio hanno già dimostrato una precisione di 0,15 gradi nei test terrestri – un'accuratezza fondamentale, considerando che il bersaglio si trova a centinaia di chilometri di distanza.